Governo Draghi: restano fuori solo Meloni e LeU?

Dopo il 2° giro di consultazioni sembra delineata una buona fetta della maggioranza del nuovo governo Draghi: si aspettano Lega e M5S

5 Febbraio 2021 20:22

Dopo il secondo giorno di consultazioni e in attesa degli incontri di sabato, la maggioranza che supporterà Mario Draghi sembra essere per sommi capi delineata. Oggi, hanno incontrato il premier incaricato i big, ad eccezione di Lega e Movimento 5 Stelle, che sono attesi domani dall’ex presidente della BCE. L’esito è stato sostanzialmente quello pronosticato dalla vigilia, con Italia Viva di Matteo Renzi che ha dato il suo sì incondizionato (anche senza ottenere ministeri) al nascituro governo, così come fiducia incondizionata è quella del Partito Democratico, che con il segretario Nicola Zingaretti ha snocciolato i punti del programma che i dem vorrebbero applicare entrando nel nuovo esecutivo.

Governo Draghi, M5S verso la scissione?

Non era in dubbio nemmeno l’appoggio di Forza Italia, che con il vicepresidente Tajani ha chiesto espressamente un “governo” dei migliori, lasciando intendere che gli esponenti del Movimento 5 Stelle non sarebbero propriamente graditi all’interno del governo. Movimento 5 Stelle che si recherà domani da Draghi e lo farà con Beppe Grillo a guidare il gruppo. Il capo carismatico del partito fondato assieme a Casaleggio, dopo aver detto subito no al nuovo governo, nelle ultime ore è parso molto più possibilista. L’impressione è che qualunque sarà la decisione dei pentastellati (dovrebbe esserci una votazione sulla piattaforma Rousseau) una fetta del movimento si staccherà, ma sembra che ormai sia prevalente la linea di Di Maio (e di Giuseppe Conte, non dimentichiamolo), per semplificare, rispetto a quella intransigente di Alessandro Di Battista.

Lega verso il sì, centrodestra da ricomporre

Scossoni anche all’interno della Lega, con Matteo Salvini che però si sarebbe convinto a sposare la linea di Giorgetti (anch’egli dovrebbe entrare nel governo con un incarico), pur preannunciando di non essere disponibile a cedere ad eventuali richieste del Movimento 5 Stelle. Con qualche poltrona e cedendo su qualche punto, Draghi non dovrebbe avere problemi a coinvolgere il Carroccio, isolando sostanzialmente Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni. La parlamentare ha annunciato il suo no secco alla fiducia al termine dell’incontro con Draghi, lasciando trasparire disagio per la scelta dei suoi due alleati del centrodestra, ma ricordando che “in altre occasioni la coalizione ha ricomposto”. La posizione di FdI, sebbene sia sinonimo di coerenza, potrebbe far pagare un caro prezzo in termini di consenso a Meloni, a meno che il governo Draghi non si suicidi consentendo all’opposizione di fare dei gol a porta vuota.

Meloni e LeU all’opposizione

Nonostante la fedeltà confermata all’alleanza con PD e Movimento 5 Stelle, dovrebbe andare all’opposizione anche LeU, che ha espresso a Draghi la propria difficoltà a far parte di un esecutivo assieme alla Lega. Insomma, non sembra che la formazione del nuovo esecutivo sia in dubbio, anche se alla fine rappresenterà un minestrone che, con la regia forte di Draghi dovrebbe arrivare fino a fine legislatura (2023) con scenari politici futuri tutt’altro che definiti. Le attuali coalizioni, quelle di centrodestra e quelli dei “riformisti” di centrosinistra saranno chiamate a reggere l’urto di scelte impopolari che inevitabilmente arriveranno nei prossimi mesi e che saranno difficilmente spiegabili ai rispettivi elettorati. Lega e Movimento 5 Stelle sono quelli che rischiano di più, ma anche il PD potrebbe pagare dazio. Forza Italia, ai minimi storici, sembra invece aver tutto da guadagnare.

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