Bertolaso scatenato contro il DPCM: “La chiamano ancora emergenza, ma è incompetenza”

Guido Bertolaso in un post su Facebook ha attaccato duramente il governo per il nuovo DPCM 3 dicembre sul Natale.

5 Dicembre 2020 11:03

L’ex capo della Protezione Civile Guido Bertolaso, che nella prima fase della pandemia è stato chiamato dalla Regione Lombardia per gestire la creazione di un ospedale Covid alla Fiera di Milano, si è scatenato su Facebook contro il DPCM 3 dicembre e, più in generale, contro il modo in cui il governo Conte sta gestendo la pandemia da coronavirus.

Bertolaso, poco dopo la conferenza stampa in cui il Premier ha presentato le nuove misure disposte dal DPCM in vista delle festività natalizie, sulla sua pagina Facebook ha commentato:

Ecco fatto: segregati in casa per tutte le feste, anziani abbandonati, turismo demolito, nazioni confinanti strapiene di sciatori, decessi fra i più alti del mondo, e lo saranno ancora per settimane. Tutto questo perché il Governo non è stato in grado di gestire la seconda ondata che loro stessi avevano previsto. Continuano a chiamarla emergenza, a quasi un anno dall’inizio della pandemia. Chiamiamola con il giusto nome: incompetenza.

Bertolaso ha anche spiegato la differenza tra Italia e Stati Uniti:

Strillate per i morti negli Usa? Il rapporto di popolazione fra noi e gli americani è di 5,5. I nostri 993 che abbiamo perso ieri fanno in proporzione 5.461, poco più del 50% degli Usa!! Lo sapete quanti giorni di scuola hanno fatto i liceali della Campania dal 4 marzo scorso ad oggi? 14. I Covid hospital della Fiera di Milano e di Civitanova Marche sono pieni da settimane (purtroppo), ma erano inutili giusto?

L’ex capo della Protezione Civile lancia poi un altro attacco frontale a Conte:

Il Presidente del Consiglio continua a fare conferenze a reti unificate senza contraddittorio, ignorando l’esistenza del Parlamento e omettendo di usare l’unica parola che dovrebbe pronunciare: scusateci.

Negli ultimi mesi Bertolaso ha fatto delle proposte per contenere i contagi, soprattutto in relazione all’affollamento dei mezzi pubblici, ma è rimasto sostanzialmente inascoltato. Ricordiamo che ad aprile anche lui ha contratto il coronavirus ed è stato ricoverato per qualche giorno. A fine ottobre ha invocato il lockdown, sostenendo che senza chiusure il rischio era quello di ripiombare nella stessa situazione di marzo. Ora sostiene che all’inizio del prossimo anno c’è il serio rischio di una terza ondata.

 

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