800mila casi e 12.900 morti in 30 giorni. Miozzo: doloroso ma necessario non riaprire

Circa 22.700 i contagi tra gli operatori sanitari. Il coordinatore del Cts Agostino Miozzo: numero chiuso per lo shopping natalizio, sì a studenti in aula.

30 Novembre 2020 13:47

Solo nell’ultimo mese sono stati 800.953 i casi accertati di coronavirus in Italia, per 12.904 decessi e 304.531 positivi guariti. Questo il quadro dipinto dai “Dati della Sorveglianza integrata Covid-19”, a cura dell’Istituto superiore di sanità (Iss), dati aggiornati a ieri 29 novembre. Su oltre 800mila infezioni 22.700 circa riguardano contagi tra gli operatori sanitari, medici e infermieri.

Il report dell’Istituto superiore di sanità parla di un aumento dell’età mediana dei malati Covid, salita a 48 anni nell’ultimo mese, in controtendenza rispetto al calo registrato nell’estate. Per quanto riguarda il genere, il 48,3% dei contagiati sono maschi e il 51,7% femmine. In relazione all’età solo l’11% dei positivi è under 18, il 15,5% ha oltre 70 anni, il 29% ha tra 51 e 70 anni e la grande maggioranza, il 44,3%, è compresa nella fascia di età tra i 19 e 50 i anni.

Stamattina dei dati della situazione epidemiologica in Italia ha parlato il coordinatore del Comitato tecnico scientifico Agostino Miozzo che a RaiNews 24 ha spiegato che per quanto sia doloroso non poter riaprire tutto a Natale non si può davvero fare altrimenti, i numeri del contagio ancora non lo consentono.

Miozzo: numero chiuso per shopping, sì a studenti in aula

“Riaprire teatri, cinema, bar o ristoranti oggi chiusi per le misure anti-Covid” è molto difficile, Miozzo è consapevole che si tratta di una “scelta dolorosa, noi diamo indicazioni tecniche, poi la politica decide”.

Ma: “Con 5-600 morti al giorno dobbiamo fare un’attenta valutazione”. In base agli ultimi dati secondo Miozzo comunque “l’infezione sembra aver raggiunto il picco e calare” però “è comunque un plateau con 20mila casi e fino a 700 morti al giorno”. Per quanto riguarda la didattica in presenza, Miozzo è a favore:  meglio che gli studenti siano “in aula”, anche per il loro equilibrio. Ieri in proposito la ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina ha parlato di un ritorno graduale tra i banchi anche alle superiori.

Tornando a Miozzo e al Natale, il coordinatore del Cts si è soffermato anche sulla necessità di istituire in questo periodo un numero chiuso nelle vie dello shopping. Ieri a Milano e Torino, con il passaggio di Lombardia e Piemonte alla zona arancione, si sono visti negozi affollati e gente in fila assembrata. Un comportamento che il governatore piemontese Alberto Cirio ha stigmatizzato definendolo inaccettabile. Ma si sa: economia ed epidemia mal si conciliano e se si apre il rischio inevitabilmente sale.

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