Tre ricercatori ammalati di Covid a novembre 2019: il report dell’intelligence Usa

Il Wall Street Journal cita un dossier dei servizi segreti americani che rischia di accendere nuovamente il dibattito sulle origini del coronavirus

24 Maggio 2021 14:50

Tre ricercatori del Wuhan Institute of Virology, il laboratorio incriminato nel capoluogo di Hubei dove è stato identificato il primo focolaio di Covid-19, si erano ammalati a novembre 2019 e hanno cercato assistenza sanitaria. E’ quanto rivela il Wall Street Journal secondo l’informazione contenuta all’interno di un dossier dei servizi segreti Usa. Un report che rischia di accendere nuovamente il dibattito sulle origini del Covid e sulla possibilità che il virus sia sfuggito dal laboratorio.

IL RAPPORTO

Il rapporto avvalora la tesi di un foglio informativo del Dipartimento di Stato, diffuso durante gli ultimi giorni dell’amministrazione Trump, secondo cui diversi ricercatori del laboratorio cinese (si tratta di un centro per lo studio dei coronavirus e altri agenti patogeni) si sono ammalati nell’autunno 2019 “con sintomi coerenti sia con il Covid-19 che con la comune malattia stagionale”. I funzionari attuali ed ex che hanno familiarità con l’intelligence sui ricercatori di laboratorio hanno espresso opinioni divergenti sulla forza delle prove a sostegno della tesi. Una persona ha affermato che è stato fornito da un partner internazionale ed era potenzialmente significativo, ma necessitava ancora di ulteriori indagini e di ulteriori conferme. Dunque, non c’è una posizione unanime relativa all’affidabilità del dossier.

Il primo caso ufficiale a Wuhan risale al dicembre 2019: un uomo mostrava i sintomi di una polmonite anomala che soltanto il 24 gennaio 2020, sulla base di un’analisi retrospettiva, la rivista The Lancet individuava come il primo caso di una malattia che non aveva ancora un nome e per la quale non si riscontrava alcun legame epidemiologico. Sebbene il primo caso sia emerso nel dicembre 2019, diverse analisi del tasso di mutazione del virus hanno concluso che probabilmente il covid ha iniziato a diffondersi diverse settimane prima.

LE REAZIONI

La Cina ha respinto come “completamente falsa” la notizia di tre casi di contagio al laboratorio di Wuhan nel novembre 2019, più di un mese prima dell’avvertimento lanciato all’Organizzazione Mondiale della Sanità, e che ha gettato nuovi sospetti sull’origine della pandemia di Covid-19. Lo ha dichiarato il portavoce del Ministero degli Esteri di Pechino, Zhao Lijian. La Cina ha inquadrato le affermazioni sul laboratorio di Wuhan come teorie del complotto create per distogliere l’attenzione dalla gestione del coronavirus da parte del governo degli Stati Uniti, suggerendo che dovrebbe essere invece messa sotto indagine una base militare nello stato americano del Maryland.

L’amministrazione Biden ha rifiutato di commentare il rapporto dell’intelligence ma ha affermato che tutte le teorie tecnicamente credibili sull’origine della pandemia dovrebbero essere indagate dall’Oms e da esperti internazionali. “Continuiamo ad avere serie domande sui primi giorni della pandemia di Covid-19, comprese le sue origini nella Repubblica popolare cinese”, ha detto una portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale.

Domande che si sono poste 18 ricercatori di alcuni dei principali enti di ricerca e università di Stati Uniti ed Europa, dall’Università di Stanford al Massachusetts Institute of Technology. Secondo lo studio pubblicato sulla rivista ‘Science’ non si può affatto escludere con certezza che all’origine della pandemia vi sia stata una fuga del Coronavirus dal laboratorio di virologia di Wuhan.

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