Salvini condanna (timidamente) le violenze negli USA e i suoi fan non ci stanno

I fan più rivoltosi di Salvini non vedono di buon grado la timida condanna del “Capitano” alle violenze negli USA. E si ribellano al leader.

7 Gennaio 2021 16:17

All’indomani dall’assalto al Campidoglio degli Stati Uniti da parte dei sostenitori più violenti di Donald Trump, fomentati da mesi di martellante propaganda fatta di fake news e inviti più o meno diretti alla ribellione, le condanne per quella terribile pagina della storia recente degli USA sono arrivate da ogni parte del Mondo, Italia compresa.

Se la condanna della sinistra italiana è stata durissima di fronte a quelle immagini, i leader della destra non hanno usato la stessa foga. Anzi. La macchina propagandistica di Salvini deve essere trovata di fronte ad un dubbio atroce: visto il modus operandi degli ultimi anni molto simile alla strategia comunicativa di Donald Trump, con sostenitori alimentati a suon di falsità, è meglio non prendere pubblicamente una posizione e tenersi buoni i fan più accaniti o rilasciare una dichiarazione scarna sperando che la maggior parte di quei sostenitori non fosse in grado di capirla?

A quanto pare si è optato per la seconda proposta e il commento social di Matteo Salvini, ad oggi leader indiscusso della destra italiana, è stato scarno e vago: “La violenza non è mai la soluzione, mai. Viva la Libertà e la Democrazia, sempre e dovunque“.

Recitava così il tweet di Salvini mentre il Campidoglio USA era in pieno caos. Questa mattina, però, il leader della Lega ha voluto spiegare meglio il suo pensieri farcendolo di parole quasi a caso, da riferimenti a Pechino ed ad Istanbul, e con la solita propaganda al grido di “Per me l’Italia e gli Italiani vengono prima di tutto e di tutti“.

Buongiorno Amici, come ho scritto ieri sera la violenza non è mai la risposta o la soluzione ad alcun problema, a…

Posted by Matteo Salvini on Thursday, January 7, 2021

I fan più violenti di Salvini non accettano quel passo indietro

Da un leader che per anni ha elogiato Trump e il suo stile di guida del Paese – e che nelle settimane che hanno preceduto le elezioni USA ha raggiunto l’apice mostrandosi in giro con la mascherina Trump 2020 e diffondendo a sua volta le false accuse di brogli sostenute da Trump – i suoi sostenitori più accaniti non si aspettavano quella che a conti fatti è stata una timidissima condanna alla violenza e, contrariamente a quanto sperato dalla macchina propagandistica di Salvini, si sono accorti eccome di questa presa di posizione.

E chi, dopo mesi e mesi di martellante propaganda leghista, si era fatto l’idea che Salvini avrebbe appoggiato le azioni dei rivoltosi statunitensi, è corso sul profilo Facebook del leader della Lega per manifestare tutto il proprio sdegno e la propria delusione. Nonostante i commenti più negativi continuino a sparire grazie al certosino lavoro dei moderatori della pagina di Matteo Salvini, il flusso è davvero costante e commenti come “Te lo dico da sostenitrice Matteo, ti conviene cambiare registro perché di questo passo riporterai la Lega al 3%” o “Sei diventato un coniglio” o ancora “Povero Matteo che fine ingiuriosa che hai fatto!” si susseguono con una frequenza spaventosa.

I fan di salvini reagiscono

La propaganda leghista ha fatto dei danni enormi in questi ultimi anni e il razzismo e la xenofobia sempre più dilaganti anche nel nostro Paese ne sono la prova. Le Lega ha sempre respinto ogni legame tra quella becera propaganda e le reazioni dei sostenitori di Salvini quando era la sinistra o il centrosinistra ad evidenziarli.

Ora, però, sono gli stessi fedelissimi di Salvini a sottolineare come, di fronte a quel lavaggio del cervello, l’appello del “Capitano” alla non violenza suoni del fuori luogo. Ma come, si legge tra le righe di quelle centinaia di commenti di cui vi riportiamo solo una minima parte, ci fomenti per anni e poi ti tiri indietro?

Leoni da tastiera o riottosi pronti a scendere in piazza al primo cenno del loro Capitano? Probabilmente la prima ipotesi, ma è evidente che le terribili scene viste ieri sera negli Stati Uniti devono servire da monito anche all’Italia. Si raccoglie ciò che si è seminato e se questi commenti sono soltanto la punta dell’iceberg dei semi piantati in Italia, forse è il caso di correre ai ripari.

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