Ritorno a scuola il 14 dicembre: l’idea del governo frenata dai presidi

Studenti delle scuole superiori in classe dal 14 dicembre nelle zone gialle? I presidi: “Nei grandi centri non è possibile”. Anche la Gilda attacca

2 Dicembre 2020 10:01

Riaprire le scuole superiori il 14 dicembre nelle zone gialle. È la proposta che il governo starebbe valutando per dare “un segnale” sulla ripartenza della didattica in presenza. Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte in proposito ha sentito i capigruppo di maggioranza.

Palazzo Chigi non ravviserebbe particolari criticità sull’ipotesi di riaprire le scuole superiori di secondo grado lunedì 14 dicembre, proprio a ridosso delle feste di Natale, praticamente per poco più di una settimana (10 giorni, 9 di scuola effettivi). Conviene?

Ai presidi l’idea del governo non convince: “Noi abbiamo sempre auspicato un ritorno pronto alla didattica in presenza, spero che sulle riaperture ci pensino bene e valutino con attenzione, capisco l’operazione simbolica ma mi chiedo cosa possa accedere nei grandi centri dove i trasporti non sono pronti” dice all’ANSA Antonello Giannelli, presidente dell’Associazione Nazionale Presidi.

“In più occasioni abbiamo ribadito che secondo noi devono sussistere certe condizioni per poter riaprire le scuole” ma secondo i presidi l’apertura delle scuole superiori a dicembre potrebbe essere permessa “nei piccoli centri, dove il problema del trasporto incide in misura minore, ma resterebbero comunque alcune problematiche sanitarie. In 5 giorni non si può pensare di fare chissà che. Finora c’è stata grande attenzione, mi chiedo cosa potrebbe accadere in quei cinque giorni” aggiunge Giannelli.

La ventilata apertura delle scuole il 14 dicembre è stata ben accolta nella maggioranza da Italia Viva ma il Partito democratico e il Movimento 5 Stelle sono molto più cauti. L’ipotesi non è stata comunque ancora sottoposta al vaglio del Comitato tecnico scientifico, il cui coordinatore Agostino Miozzo nei giorni scorsi si era detto favorevole al ritorno quanto prima della didattica in presenza, anche per l’equilibrio dei ragazzi.

Intanto la Gilda va all’attacco della “propaganda” di Conte e della ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina sulla riapertura in sicurezza degli istituiti fornendo i dati sui contagi tra i banchi a fine ottobre. Dati che “smentiscono clamorosamente la campagna propagandistica condotta da Azzolina per le scuole aperte: a fronte della tesi strenuamente sostenuta dalla ministra circa la sicurezza delle scuole rispetto alla diffusione del virus, fino al 31 ottobre si sono registrati quasi 65mila casi di Covid-19”.

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