Elezioni USA, Pennsylvania respinge ricorso di Trump che insiste: “Alla Corte Suprema”

Il giudice (nominato nel 2017 da Tump): “Servono accuse specifiche e poi prove. E qui non abbiamo né le une né le altre”.

28 Novembre 2020 10:57

Donald Trump sempre più ex presidente degli Stati Uniti. Anche in Pennsylvania è stato respinto in appello il ricorso dei repubblicani contro il risultato elettorale a favore del democratico Joe Biden, nuovo presidente eletto che entrerà in carica il 20 gennaio prossimo. Il verdetto in Pennsylvania conferma quello del tribunale di primo grado.

Proprio questa settimana le autorità locali avevano certificato la vittoria di Joe Biden nello Stato. Ma Trump non sotterra ancora l’ascia di guerra e si appella alla Corte Suprema. La sua consulente legale Jenna Ellis sui social attacca i giudici della Pennsylvania denunciando quella che a suo dire è una “continua copertura delle accuse di frodi diffuse” da parte della “macchina giudiziaria attivista della Pennsylvania”. Perciò si andrà avanti “fino alla Scotus (la Corte Suprema, ndr)”, aggiunge Ellis.

Ricorso Trump verso la Corte Suprema

Accuse pensanti sì, ma senza prove. Stephanos Bibas, giudice dell’United States Court of Appeals for the Third Circuit, nominato proprio da Donald Trump nel 2017, replica così alle accuse di brogli elettorali che il presidente ancora in carica sta portando avanti dal giorno delle elezioni, il 3 novembre scorso, ma senza uno straccio di riscontro, almeno fin qui.

“Definire un’elezione scorretta non la rende tale” dice Bibas secondo cui le denunce del team di legali di Trump sono semplicemente “senza fondamento. Le critiche richiedono accuse specifiche e poi prove. E qui non abbiamo né le une né le altre”.

Nello stato della Pennsylvania Joe Biden ha vinto su Donald Trump con un margine di 80mila voti. Ora che anche il tribunale d’appello ha bocciato il ricorso della campagna legale di Trump, quest’ultimo può avanzare una richiesta di un’ingiunzione urgente alla Corte Suprema.

Il tribunale d’appello in sostanza non ha fatto altro che ribadire la decisione del giudice distrettuale Matthew Brann che aveva bollato il ricorso degli avvocati di Trump come zeppo di errori, addirittura “cucito insieme con il mostro Frankenstein”.

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