L’UE è davvero pronta alla guerra dei vaccini col Regno Unito?

L’UE potrebbe decidere di iniziare a bloccare le esportazioni dei vaccini verso gli altri Paesi del Mondo, a cominciare dal Regno Unito.

22 Marzo 2021 10:36

Giovedì 25 marzo potrebbe essere il giorno in cui l’Unione Europea dichiarerà guerra al Regno Unito sul fronte dei vaccini contro il COVID-19. Da un lato c’è l’UE clamorosamente indietro con la campagna vaccinale contro il coronavirus e con una produzione massiccia di vaccini, al punto da aver esportato più di 10 milioni di dosi verso il Regno Unito negli ultimi due mesi. Dall’altro c’è il Paese di Boris Johnson che sta procedendo a passo spedito con le vaccinazioni – 844.285 inoculazioni nella sola giornata di domenica – e che dipende quasi totalmente dai vaccini prodotti in territorio europeo.

Un dato di fatto che sta facendo crescere il fronte “prima gli europei” tra i vari Paesi UE e che ha messo il premier britannico Boris Johnson in stato di allerta, al punto da aver iniziato da giorni, in vista del summit UE in partenza giovedì prossimo, a contattare i leader europei chiedendo loro di non appoggiare la proposta di bloccare l’esportazione dei vaccini dall’Unione Europea.

L’UE e il meccanismo di monitoraggio delle esportazioni dei vaccini

Dal 30 gennaio scorso Bruxelles ha attivato un meccanismo di monitoraggio delle esportazioni dei vaccini che richiede il via libera da parte delle autorità europee ad ogni carico di vaccini, indipendentemente dall’azienda farmaceutica che li produce, destinato ai territori extra europei.

Da quel giorno, con la sola eccezione del carico di 250mila dosi di AstraZeneca destinato all’Australia e bloccato in Italia, l’UE ha approvato tutte le richieste di esportazioni di vaccino. 37 autorizzazioni concesse soltanto dal 30 gennaio al 20 febbraio verso 21 Paesi del Mondo, dall’Australia al Canada, dal Cile alla Cina, dalla Colombia all’Ecuador passando per Giappone, Messico, Nuova Zelanda, Singapore, Strati Uniti, Regno Unito ed Emirati Arabi Uniti.

Al 22 marzo 2021 ai Paesi europei sono state distribuite 68 milioni di dosi di vaccino, mentre oltre 32 milioni di dosi hanno lasciato l’UE verso altri Paesi del Mondo. Se quelle dosi fossero rimaste in Europa, dove vengono prodotte, la campagna di vaccinazione avrebbe avuto tutto un altro ritmo. È quello che sempre più Paesi UE stanno sostenendo e chiedendo alla Commissione Europea.

La Presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen sembra intenzionata a sposare la linea di Francia, Germania e anche dell’Italia:

Abbiamo la possibilità di bloccare le esportazioni già in programma. È un messaggio ad AstraZeneca: devi rispettare il tuo contratto con l’Europa prima di iniziare a consegnare le dosi ad altri Paesi.

Prima i cittadini britannici, poi il resto dell’Europa

Il premier britannico Johnson, invece, sostiene di avere la priorità sulle 100 milioni di dosi di AstraZeneca che vengono prodotte nello stabilimento di Halix, nei Paesi Bassi, e su quelle che vengono prodotte anche in territorio britannico, in quelli stessi stabilimenti che, sostengono le autorità europee, vengono citati da AstraZeneca nel contratto firmato lo scorso anno.

L’Unione Europea avrebbe diritto ad una parte delle dosi del vaccino di AstraZeneca prodotte in Europa e ad una parte di quelle che vengono prodotte negli stabilimenti del Regno Unito. L’UE ha rispettato quegli accordi, inviando oltre 10 milioni di dosi verso il Regno Unito, mentre dal Paese di Johnson all’UE sono state inviate zero dosi dall’avvio della campagna di vaccinazione ad oggi. E questo perchè Johnson resta dell’idea di avere la priorità: il Regno Unito è arrivato prima dell’UE e solo quando avrà ricevuto le dosi previste dal contratto con AstraZeneca potrà iniziare ad esportare le dosi verso l’UE.

Il principio di reciprocità, insomma, non viene rispettato in questa fase. Al summit di giovedì si discuterà anche di questo, come anticipato da Stella Kyriakides, Commissario europeo per la salute e la sicurezza alimentare:

Dobbiamo avere il principio di reciprocità tra Paesi e una giusta proporzionalità. È qualcosa che sarà discusso tra i leader europea ed è a quel livello che verranno prese le decisioni.

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