La relazione sulla Giustizia fa tremare ancora il Governo Conte. La crisi è appena iniziata.

Continua la caccia ai responsabili. Italia Viva vota contro. Forza Italia invoca il governissimo.

24 Gennaio 2021 10:34

“Il disegno di Italia Viva è l’omicidio politico del Pd”.

Come al solito il vicesegretario del Partito Democratico, Andrea Orlando, non le manda a dire.

Stando al quadro complicato disegnato da Matteo Renzi, la votazione in Senato sulla relazione del Ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, fa tremare nuovamente il governo Conte.

A quasi una settimana di distanza dalla “vittoria mutilata” in Parlamento ottenuta dalla maggioranza, la crisi non è ancora finita, anzi, rischia di entrare nel vivo proprio nelle prossime ore.

Una grossa partita si gioca già martedì, quando la conferenza dei capigruppo in Senato dovrà decidere se rinviare di 24 ore la relazione di Buonafede oggetto di votazione.

Un giorno in più perché la caccia ai responsabili possa portare i suoi frutti, ma che non potrà andare oltre giovedì 28, prima dell’inaugurazione dell’anno giudiziario.

I NUMERI

Di nuovo, il futuro del governo si giocherà sui numeri, questa volta ancora più risicati.

Italia Viva, infatti, ha fatto sapere che voterà no in blocco, discostandosi dall’astensione perpetrata la scorsa settimana in Senato che ha consentito la sopravvivenza della maggioranza.

Pierferdinando Casini, in un’intervista al Corriere, si è detto dubbioso sulla votazione e Sandra Lonardo Mastella si asterrà.

A ciò si aggiunge l’assenza dei senatori a vita, e il dubbio sulla scelta di Lello Ciampolillo, “l’uomo del Var”, che nel maggio scorso votò a favore della sfiducia per il Guardasigilli.

Inoltre, proprio per la votazione, Forza Italia recupera due senatori assenti martedì, completando il puzzle che mette paura a Giuseppe Conte.

Data la situazione, da più parti della maggioranza si chiede un “segnale forte”.

IL GOVERNISSIMO

Segnale che lo stesso Orlando individua in un’apertura a tutte quelle forze europeiste e liberali che compongono il Parlamento.

L’apertura a Forza Italia è evidente, in ricordo di quello che fu il “governo Verdini”, così com’è evidente quella fatta agli uomini di Italia Viva – senza Renzi – che vogliono evitare il rischio elezioni.

La possibilità è stata pubblicamente rifiutata dagli uomini di Silvio Berlusconi, il quale ha fatto sapere che ci starebbe solo nel caso di un “governo di unità nazionale”. Ciò, com’è noto da settimane, non esclude la possibilità di una figura autorevole e super partes che possa prendere il posto di Giuseppe Conte a Palazzo Chigi.

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