Ferruccio Sansa: “Covid? Nessun tracciamento, tutte balle”

Il consigliere regionale Ferruccio Sansa denuncia il malfunzionamento del protocollo anti-Covid: non c’è app Immuni che tenga

10 Ottobre 2020 23:03

Ferruccio Sansa, consigliere regionale ed ex candidato alla presidenza della Regione Liguria denuncia via Facebook il mancato funzionamento del protocollo per il tracciamento dei contagi. “Altro che Immuni. Altro che tracciamento. Vi promettono che tracciano i contatti dei malati: balle. Vi raccontano che useranno la app Immuni: fantascienza. Vi dicono che vi seguiranno mentre siete malati a casa: aspetta e spera”, sono le pesantissime accuse da parte dell’esponente eletto con l’appoggio di centrosinistra e M5S.

Non è effettivamente la prima volta che vengono denunciate le falle di un protocollo che funziona purtroppo in maniera diversa anche a seconda della Regione di appartenenza. Ci sono aree d’Italia dove i tamponi sono tempestivi e altre in cui purtroppo le operazioni di test vanno molto a rilento, con cittadini costretti spesso all’isolamento nonostante magari siano negativi al Covid-19. Dopo che uno dei figli di Sansa è risultato positivo al coronavirus, è partito un iter che il consigliere regionale ligure racconta così:

“La Asl ci ha convocato per il tampone in auto. Noi e i nonni. La persona che ci ha telefonato non ha fatto alcun tracciamento di nostro figlio e nemmeno dei nostri contatti. Ha chiesto soltanto che scuola fa. Nessuna domanda sulle palestre che frequentiamo, il calcio, gli scout. Zero. Per fortuna ci abbiamo pensato noi ad avvertire subito tutti. Abbiamo chiesto se possiamo comunicare i dati di Immuni visto che abbiamo scaricato la app tutti (genitori e figli). Risposta: Immuni? Non sappiamo cosa bisogna farne. Da allora comincia il vuoto. La Asl scompare. Non richiama più. Non risponde alle telefonate. Arriva l’esito di alcuni degli esami: io risulto negativo, ma ho 38 di febbre da giorni. Non sento più gli odori, respiro male e ho le ossa rotte. Mia moglie – continua – ha avuto la febbre per giorni, ferma a letto spossata. L’olfatto azzerato. Ha il covid? I sintomi ci sono, ma dopo quattro giorni attende ancora l’esito del tampone”.

Questo è purtroppo il percorso che sono stati costretti a fare molti altri cittadini in questi mesi. Un tunnel completamente al buio. “Non voglio pigliare scorciatoie. Voglio seguire il percorso di un cittadino qualsiasi. Allora chiamo la ASL. Una, dieci, venti volte. Il centro covid non risponde. Il centralino allarga le braccia: “Mi spiace, è un disastro”. Il numero verde della Regione non esiste più. C’è solo il 112″.

LA REALTÀ SUL COVID, VI RACCONTO IL VIRUS VISTO DAL LETTOAlla fine per avvertire i miei contatti ho dovuto fare un…

Posted by Ferruccio Sansa on Saturday, October 10, 2020

Ferruccio Sansa: la risposta dell’Asl3

La replica da parte del Dipartimento di Prevenzione e la Direzione Sociosanitaria di Asl3 non si è fatta attendere. Ovviamente, da parte loro non risultano anomalie nella procedura. “La presa in carico del cittadino sospetto o positivo COVID da parte della ASL – al fine di rendere efficace l’azione diagnostico terapeutica – avviene tramite due diverse modalità di segnalazione: la notifica da parte di laboratorio  pubblico o privato di positività oppure tramite il medico di famiglia o pediatra di libera scelta attraverso il portale Poliss nel caso in cui il medico ritenga che il paziente pur non necessitando di ricovero ospedaliero non possa essere seguito dallo stesso direttamente per motivi ponderati. Nel caso rappresentato dal consigliere Ferruccio Sansa – continua la nota – risulta siano state espletate tutte le procedure previste dai protocolli COVID 19 che prevedono la presa in carico della persona risultata positiva al tampone, l’intervista del caso per raccogliere informazioni sulla storia clinica e gli eventuali ulteriori contatti stretti del caso. Accertata la positività del caso si è provveduto a mettere in sorveglianza attiva i contatti stretti programmando i due tamponi di verifica, di cui il primo è già stato eseguito. Nessuna ulteriore richiesta da parte del medico di famiglia ad oggi risulta pervenuta al Dipartimento di Prevenzione o agli Uffici della Direzione Sociosanitaria. Sarà comunque nostra cura e premura contattare il medico della famiglia Sansa per verificare eventuali necessità di supporto, tuttora non espresse, nella gestione dei pazienti che allo stato attuale ci risulta siano direttamente seguiti, come peraltro si cita nella nota”.

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