Discoteche aperte in Sardegna, l’ammissione di Cocciu (FI): “Pressioni dagli imprenditori”

Perché le discoteche in Sardegna sono rimaste aperte ad agosto nonostante i contagi? Le pressioni degli imprenditori hanno vinto sui rischi.

10 Novembre 2020 12:50

Se lo sono chiesti in tanti per mesi: perché, mentre la diffusione del COVID-19 stava riprendendo dopo il calo legato al periodo di lockdown, si è deciso di trasformare la Sardegna, la meta più ambita dagli italiani durante il periodo estivo, in un possibile grande focolaio di COVID alimentato dalle discoteche?

La risposta a questa domanda, per molti già nota, è stata confermata dal capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale Angelo Cocciu durante l’ultima puntata di Report su RaiTre: si è deciso di rischiare per non “ammazzare” la Sardegna.

Le pressioni degli imprenditori in Sardegna più forti del rischio sanitario

Le pressioni degli imprenditori sono state più forti del rischio sanitario:

Mi sono arrivate tante telefonate durante un Consiglio regionale, circa 20-25… Hanno cominciato a chiamarci gli imprenditori, a me e agli altri capigruppo. Mi dicevano Angelo aiutaci, siamo nella m….». Quasi tutti abbiamo chiesto “Presidente, dai qualche giorno in più, perché è possibile che ci siano delle problematiche.

Cocciu fa anche qualche nome e cita due casi in particolare, entrambi risultati poi essere dei focolai di COVID, il Billionaire e il Phi Beach:

Billionaire e Phi Beach avevano per esempio contratti stratosferici con DJ importanti. In particolare il Phi Beach aveva Sven Vath l’11 o il 12, una cosa del genere… Così abbiamo chiesto qualche giorno di apertura in più. I proprietari avrebbero pagato penali importantissime.

La Regione Sardegna, per stessa ammissione di Cocciu, ha quindi ceduto alle pressioni degli imprenditori e ha deciso di rimandare di qualche giorno la difficile decisione di chiudere le discoteche e ammazzare così la movida in Sardegna, portando però al contagio di migliaia di persone in poche settimane.

Sardegna e discoteche, al responsabilità del governatore Solinas

La valutazione fatta, col senno di poi, si è rivelata un disastro e stavolta non è possibile puntare il dito contro il governo. Il DPCM del 7 agosto, infatti, aveva disposto la chiusura delle discoteche – “Restano comunque sospese le attività che abbiano luogo in sale da ballo e discoteche e locali assimilati, all’aperto o al chiuso” – lasciando però liberi i governatori delle Regioni di fare un passo indietro e lasciarle aperte.

Il governatore Solinas decide quindi, tramite un’ordinanza datata 11 agosto 2020, di tenere aperte le discoteche almeno fino al 31 agosto. In quegli stessi giorni la situazione era in continuo peggioramento, al punto da spingere Solinas ad un dietro front una manciata di giorni dopo, il 16 agosto, quando il contagio era ormai ampiamente diffuso nelle zone generalmente più interessate dalla movida in Sardegna.

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