Coronavirus: almeno 8,5 milioni di italiani a contatto con il Covid, lo studio
Secondo uno studio statistico, ci sarebbero in giro molti più asintomatici del calcolo ufficiale, la letalità reale del virus molto più bassa
![Coronavirus: almeno 8,5 milioni di italiani a contatto con il Covid, lo studio](https://cdn.blogo.it/Y5JHTAfTPMR0EIL9AYq9GGFidHA=/1280x720/smart/https://www.blogo.it/app/uploads/2020/12/gettyimages-1229941642.jpg)
Rispetto alla stima ufficiale, sarebbero molti di più gli italiani entrati in contatto con il virus Covid-19. È quanto emerge da uno studio condotto da Giuseppe Arbia, professore di Statistica economica all’Università Cattolica Sacro Cuore di Roma. Stando a quanto calcolato dall’indagine statistica, circa 8,5-9 milioni di italiani, la maggior parte dei quali giovani e asintomatici, hanno avuto in qualche modo il coronavirus. Lo studio è stato pubblicato per la prima volta ad ottobre su una rivista internazionale, ma viene aggiornato periodicamente. L’ultima edizione è stata pubblicata sul sito COVSTAT, che è curato dal team di ricerca coordinato dal professor Arbia.
Secondo quanto ha spiegato lo stesso statistico all’Ansa, gli italiani venuti a contatto col Covid-19 sono molti di più rispetto alla stima ufficiale, che parla di 1,6 milioni di persone. Il motivo è presto spiegato da Arbia: “Per il nostro calcolo abbiamo utilizzato una metodologia statistica che si basa sulla riponderazione dei dati di contagio sulla base del peso effettivo per sesso e classi di età nella popolazione. Il dato ufficiale – prosegue – al contrario, non è riferito ad un campione statistico, ma è calcolato sulla base di dati raccolti con un criterio emergenziale che considera gli infetti clinicamente rilevati o ospedalizzati e i possibili infetti individuati col contact tracing”.
Coronavirus: letalità reale più bassa di quella ufficiale
Cosa significa più nello specifico? “Se in un campione di infetti rilevati clinicamente c’è ad esempio un solo giovane – evidenzia ancora Arbia – ma il peso di quella fascia di età nella popolazione è più elevata, a quell’individuo viene assegnato un peso superiore”. Quali sono dunque i limiti del conteggio ufficiale, ovvero quello basato sulla sola rilevazione clinica? Considerando solo i soggetti con sintomi segnalati dai medici oppure quelli ricoverati in ospedale, “si rischia appunto di sottostimare la quota di asintomatici o paucisintomatici, che non si rivolgono alle strutture sanitarie”.
Tramite questo calcolo, emerge subito un aspetto importante nella considerazione del virus: se i contagiati sono stati molti di più di quelli ufficiali, il tasso di letalità è inevitabilmente più basso di quello calcolato dal ministero della Salute. Ecco la triplice lettura di questo studio secondo il professor Arbia: “Innanzitutto ci dice che il tasso di letalità, ovvero il numero dei morti rispetto ai contagiati, è in realtà più basso di quello evidenziato dai dati ufficiali, ed è pari a circa lo 0,7% contro il 3% attualmente considerato. E questo è ovviamente un segnale positivo”. E non è tutto, perché “Se gli entrati in contatto col virus sono di più di quelli stimati, ciò facilita anche l’obiettivo del raggiungimento dell’immunità di gregge attraverso la prossima campagna di vaccinazione anti-Covid. Infatti, ci sarà una quota più larga di popolazione già immunizzata che contribuirà al raggiungimento più rapido del 60% necessario per l’immunità di gregge”.
Ci sono in giro molti più asintomatici di quanto si pensi
Il problema principale, però, è quello di individuare questo alto numero di asintomatici e a tal proposito l’autore dello studio consiglia l’utilizzo dei test sierologici a campione. Concludendo, però, Arbia sottolinea come ci sia anche un aspetto negativo in questa statistica: “Questa stima ci dice anche che il virus circola ancora tantissimo. Moltissime persone, cioè, sono infette, e perciò potenzialmente contagiose, ma non lo sanno perché asintomatiche o paucisintomatiche. E sono molte di più rispetto ai positivi attualmente stimati”, conclude lo statistico.