Vercelli: come nasce un focolaio di Covid-19, da 1 a 126 contagiati

Un cluster di Covid-19 avviato in Piemonte da un giovane della Repubblica Dominicana rientrato dal suo Paese: 126 tra contagi diretti e indiretti

13 Ottobre 2020 10:52

Il caso del giovane dominicano residente a Vercelli è emblematico del quanto sia facile avviare un focolaio di coronavirus. La diffusione del Covid-19 in Piemonte passa anche attraverso il cluster avviato a luglio scorso, quando un giovane della Repubblica Dominicana, rientrato dal proprio Paese, si è mosso a Vercelli da positivo contagiando direttamente e indirettamente un totale di 126 persone, di cui tre sono finite in ospedale ed una è morta.

La storia di questo ragazzo, purtroppo, conferma quanto sia semplice che la leggerezza di una sola persona metta nei guai intere comunità, secondo la ricostruzione dell’epidemiologo Fabrizio Faggiano, a margine del convegno nazionale di diritto sanitario organizzato ad Alessandria. Secondo quanto si legge sul Corriere della Sera di oggi, il 13 luglio il giovane rientra a Vercelli dalla Repubblica Dominicana. Il Ministero della Salute, segnala nei giorni successivi la presenza a bordo del suo stesso aereo di un soggetto positivo, ma il ragazzo non si autodenuncia e di conseguenza non finisce in quarantena.

Anziché stare in isolamento, dunque, il ragazzo che era stato a contatto con un positivo in aereo tra il 21 e il 22 luglio entra in contatto con una coppia di amici in piscina e li contagia. Il 26 successivo, invece, partecipa ad una notte in discoteca, durante cui contagia il gestore e altre 58 persone tra clienti e personale. A loro volta, questi nuovi positivi infettano 15 familiari dopo il loro rientro a casa.

I contagi indiretti

Contestualmente, i due amici contagiati in piscina, trasmettono il virus a 33 colleghi di una ditta logistica piemontese. A loro volta, questi contagi secondari portano il virus a casa contagiando altri 8 familiari. E non è ancora tutto, perché uno dei contagiati in discoteca nei giorni successivi si è recato in un bar, in cui ha infettato alcuni clienti. Uno dei quali, il 14 agosto ha partecipato ad un funerale trasmettendo il virus a 6 persone, che a loro volta hanno dato origine ad altri 6 positivi tra i propri familiari.

Le falle del sistema di tracciamento

Questi i contagi che si è riusciti a tracciare, ma secondo Faggiano ci saranno sicuramente altri casi legati al paziente zero, il ragazzo dominicano, che sono sfuggiti all’attività. Il caso è comunque emblematico del fatto che una sola persona, in circa 25 giorni può causare centinaia di positivi. I luoghi del contagio? In questo cluster il 12% delle trasmissioni sono avvenute in famiglia, mentre il 26% al lavoro, contro il 62% in ambito di svago (feste, aperitivi etc.). Questa storia, però, mette in luce anche un aspetto importantissimo, ovvero le falle del sistema di tracciamento da parte delle autorità sanitarie italiane. Il ragazzo rientrato dalla Repubblica Dominicana non ha ricevuto le informazioni necessarie e le direttive del caso oppure le a ricevute, non le ha applicate ed è totalmente sfuggito ai controlli. E di questi casi ogni giorno ve ne sono centinaia, nonostante l’app Immuni.

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