Valle d’Aosta, la proposta per tornare a sciare: tampone obbligatorio all’ingresso

Tampone obbligatorio 72 ore prima di entrare in Valle D’Aosta? È la proposta al vaglio dell’unità di crisi regionale per la ripresa dello sci.

29 Novembre 2020 16:15

La Valle d’Aosta è ancora oggi una delle Regioni italiane più colpite dalla seconda ondata della pandemia di COVID-19 e dopo l’ultima ordinanza del Ministero della Salute è rimasta zona rossa insieme ad Abruzzo, Campania, Provincia autonoma di Bolzano e Toscana. La Valle D’Aosta, però, è anche una delle Regioni più colpite dalla chiusura degli impianti sciistici ed è proprio da lì che arriva una proposta per non perdere del tutto la stagione invernale.

L’unità di crisi della Valle D’Aosta, coordinata da Luca Montagnani, sta cercando di capire come prepararsi alla possibile riapertura degli impianti sciistici a partire dal prossimo gennaio affinché il flusso dei cittadini venga gestito nella totale sicurezza:

Se l’idea è quella di aprire gli impianti a gennaio bisogna comunque trovare soluzioni che evitino situazioni di rischio. Noi, come ogni altra regione non possiamo permetterci una terza ondata e quindi bisogna studiare protocolli seri.

Tampone obbligatorio prima di entrare in Valle D’Aosta?

La soluzione allo studio è quella che, in vista dell’estate, era stata proposta dalla Sardegna e di fatto attuata solo dopo la ripartenza dei contagi: tampone obbligatorio prima dell’ingresso nella Regione.

La Val D’Aosta si impegnerà nel sottoporre a screening ai lavoratori degli impianti sciistici e i gestori delle strutture ricettive, così da creare un ambiente COVID-free per chi arriverà in Regione. Allo stesso modo, però, che intende recarsi in Valle D’Aosta dovrà essersi sottoposto a tampone nelle 72 ore precedenti. Questa è l’idea dell’unità di crisi regionale:

Una soluzione per sciare tranquilli può essere quella del tampone: se vieni in Valle d’Aosta devi aver fatto un tampone nelle 72 ore precedenti. Ovviamente se chiedi questo devi offrire altrettanto, ed è per questo che potremmo fare lo screening anche ai lavoratori degli impianti. Un po’ come abbiamo fatto per gli insegnanti delle nostre scuole.

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