È davvero tutto pronto per la vaccinazione anti-COVID in Italia?

Il commissario Arcuri conferma che è tutto pronto per la vaccinazione contro il COVID-19 in Italia per operatori sanitari e ospiti delle RSA.

17 Dicembre 2020 10:00

La presentazione del Piano Vaccini contro il COVID-19 tenuta la settimana scorsa dal Commissario straordinario per l’emergenza Domenico Arcuri ha attirato una serie di giuste critiche legate, come dal solito, alla comunicazione. Va benissimo pensare all’aspetto simbolico ed estetico, coi già ampiamente derisi padiglioni a forma di fiore che saranno installati nelle piazze italiane e diventeranno dei veri e propri centri di vaccinazione mobili e temporanei, ma in questa delicata fase ci si aspetta una maggiore concretezza.

Più numeri e date, meno slogan e messaggi di speranza. E quei numeri alla fine sono arrivate, così come è arrivata la conferma che sì, l’Italia è pronta a partire con la vaccinazione contro il COVID-19 non appena arriverà il via libera dell’Agenzia europea per i medicinali (EMA) e non appena, subito dopo l’autorizzazione a livello europeo, la multinazionale statunitense Pfizer consegnerà personalmente alle Regioni italiane le prime dosi previste, 1.833.975 dosi di vaccino destinate al personale sanitario e agli ospiti delle RSA, di fatto le categorie più a rischio e più esposte al contagio.

Sì, l’Italia è pronta per la prima fase della vaccinazione

Arcuri, intervistato oggi dal Corriere Della Sera, ha confermato che il sistema di distribuzione è pronto a partire. Ci sono gli hub e la dotazione delle celle frigorifere per conservare il vaccino.

Manca la data di inizio, ma quello non dipende dall’Italia. Il via libera dell’EMA potrebbe arrivare il 21 dicembre e le prime vaccinazioni nel nostro Paese potrebbero partire già dal giorno successivo, il 22 dicembre.

Vaccino anti-COVID in Italia. La distribuzione regionale

Le prime 1.833.975 dosi del vaccino anti-COVID di Pfizer/BioNTech assegnate all’Italia sono state così distribuite tra le Regioni italiane in un piano approvato ieri dalla Conferenza delle Regioni:

Lombardia: 304.955 dosi
Emilia-Romagna: 183.138
Lazio: 179.818
Piemonte: 170.995
Veneto: 164.278
Campania: 135.890
Sicilia: 129.047
Toscana: 116.240
Puglia: 94.525
Liguria: 60.142
Calabria: 53.131
Friuli Venezia Giulia: 50.094
Marche: 37.872
Sardegna: 33.801
PA Bolzano: 27.521
Abruzzo: 25.480
Basilicata: 19.455
PA Trento: 18.659
Umbria: 16.308
Molise: 9.294
Valle d’Aosta: 3.334

Tra i più critici di fronte a questa distribuzione c’è il governatore della Campania Vincenzo De Luca, secondo il quale ci sarebbe una disparità di trattamento tra le Regioni. Il motivo? Questa prima ripartizione, riservata al personale sanitario e ai residente della RSA, non terrebbe conto della popolazione totale delle singole regioni.

La Campania ha proposto che in fase di prima ripartizione del vaccini si tenesse conto della popolazione delle singole Regioni. Tale proposta non è stata accolta, e si sta procedendo con un Piano che prevede evidenti ed immotivati squilibri fra le quote destinate alle diverse Regioni. La Campania ribadisce con forza il dissenso su questo modo di procedere ed insisterà nella richiesta di commisurare il piano di attribuzione dei vaccini a criteri oggettivi, che evitino qualsiasi disparità di trattamento e deprecabili competizioni territoriali.

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