Russia, Navalny condannato a tre anni e 6 mesi di carcere

Il principale oppositore di Putin, imputato nell’ambito del processo Yves Rocher del 2014, è colpevole di aver violato la libertà vigilata

2 Febbraio 2021 19:43

Alexey Navalny è stato condannato a 3 anni e 6 mesi di carcere da un giudice del tribunale distrettuale Simonovsky. L’oppositore russo, che ha già trascorso 10 mesi agli arresti domiciliari, sarà costretto a scontare il resto della sua pena (2 anni e 8 mesi) in prigione. Navalny era imputato nell’ambito del processo Yves Rocher del 2014, poi la condanna fu sospesa. Oggi il principale oppositore di Putin è stato ritenuto colpevole di aver violato sistematicamente i termini della libertà condizionale.

Navalny, l’avvelenamento di agosto

Ad agosto Navalny era stato avvelenato. Dopo aver accusato un malore su un volo di ritorno a Mosca dalla città siberiana di Tomsk, Alexei è stato ricoverato a lungo in ospedale per poi essere trasferito in Germania, nonostante i medici russi non volessero farlo espatriare. Dopo essersi ripreso ha accusato il Cremlino per l’avvelenamento da agenti nervini. Le autorità russe hanno smentito l’accusa e affermano che Navalny non abbia prove, nonostante i test di diversi laboratori europei abbiano confermato la presenza di elementi che lasciano pensare ad un’operazione dei servizi segreti.

Navalny non si era più presentato ai controlli per la condizionale e il 17 gennaio scorso, al rientro dalla Germania, è stato arrestato. L’oppositore era rientrato in Russia pur consapevole del mandato di arresto che pendeva su di lui, legato alla violazione della libertà vigilata a cui era sottoposto da prima del tentato omicidio con l’agente nervino. Nonostante ciò, ha deciso comunque di partire e portare avanti la propria battaglia contro il regime russo, chiamando anche a raccolta i suoi sostenitori. Oggi, fin dalla prime ore del mattino, la polizia ha isolato il perimetro della sede del tribunale di Mosca dove si è svolta l’udienza. Centinaia i fermi fra i sostenitori di Navalny (già colpiti dalla repressione delle forze di sicurezza russa nei giorni scorsi): secondo l’ong Ovd-Info, circa 237 sono state portate via dalle forze dell’ordine.

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