Quarantena obbligatoria anche per chi rientra dai Paesi UE. Come cambiano i viaggi all’estero

Il Ministro Speranza corre ai ripari dopo il “caso” montato nei giorni scorsi sui viaggi all’estero: quarantena obbligatoria di 5 giorni per tutti.

30 Marzo 2021 15:53

Le polemiche sollevate nei giorni scorsi sui viaggi all’estero, permessi dall’Italia anche per motivi turistici verso diversi Paesi del Mondo anche al di fuori dall’Europa, sembrano aver sortito l’effetto sperato dai detrattori di questa disparità tra gli spostamenti tra un comune e l’altro in zona rossa e arancione e quella di poter viaggiare con relativa tranquillità salvo il sottoporsi a qualche fastidioso tampone.

Bisogna precisare che la situazione va avanti ormai da qualche mese, ma il “caso” è esploso a ridosso del periodo di Pasqua, quando in tanti si sono accorti di questa possibilità e hanno iniziato a muoversi per non trascorrere le vacanze pasquali tra le mura domestiche. La politica è arrivata dopo, col leader della Lega Matteo Salvini che ha rilanciato il paradosso e fatto montare il caso. Come si può chiedere a milioni di italiani di continuare a rispettare regole ferree quando è sufficiente prenotare un biglietto aereo, sottoporsi ad un tampone e lasciarsi alle spalle tutte queste chiusure per qualche giorno?

L’ordinanza di Speranza per i viaggi all’estero

Montato il caso, corretto il tiro. Questa mattina il Ministro della Salute Roberto Speranza ha firmato un’ordinanza che uniforma le regole per i viaggi nei Paesi UE a quelli nei Paesi al di fuori dell’Unione Europea: chiunque farà rientro in Italia da un qualsiasi Paese del Mondo dovrà chiudersi in casa per cinque giorni e sottoporsi ad un tampone una volta terminato il periodo di quarantena obbligatoria.

Ho appena firmato un’ordinanza che dispone per arrivi e rientri dai Paesi dell’Unione Europea tampone in partenza,…

Posted by Roberto Speranza on Tuesday, March 30, 2021

Viaggiare dall’Italia verso i Paesi che accettano turisti anche dal nostro Paese resterà possibile anche a partire da domani, ma se fino a ieri in molti casi era sufficiente un tampone negativo prima della partenza e un tampone negativo nel Paese di destinazione prima di rimettersi in viaggio verso l’Italia, dall’entrata in vigore dell’ordinanza per qualunque motivo si faccia rientro in Italia da un qualsiasi Paese del Mondo si dovrà rimanere in quarantena per cinque giorni, al termine dei quali ci si potrà muoversi soltanto dopo l’esito negativo di un tampone.

Una quarantena ridotta rispetto a quella imposta in altri Paesi del Mondo, a cominciare dal Regno Unito, ma nella maggior parte dei casi sufficiente a ridurre al minimo il rischio di trasmissione. Se, ad esempio, viaggio in Svezia per turismo e, come da procedura, mi sottopongo ad un tampone due giorni prima di fare rientro in Italia, chi mi dà la sicurezza di non aver contratto l’infezione dal momento dell’esito negativo del tampone? I tempi medi in cui si manifesta l’infezione sono chiari ormai da mesi ed essere negativo al COVID-19 due giorni prima di rientrare in Italia non mi dà la sicurezza di essere negativo anche tre o quattro giorni dopo il mio ritorno a casa.

Punizione per i viaggiatori o soltanto decisione molto tardiva?

Da qui la decisione di imporre una quarantena obbligatoria, anche se ridotta. Cinque giorni da trascorrere chiusi in casa che per molti possono rappresentare un deterrente di fronte ad un piccolo viaggio, ma che possono rivelarsi efficaci anche per chi deciderà comunque di mettersi in viaggio.

Una decisione, quella presa oggi dal Ministro Speranza, che Astoi Confindustria considera una sorta di punizione – “Quarantena al rientro dall’Ue? Così abbiamo perso tutti, francamente non vediamo il nesso di questa misura “sanitaria” e non riusciamo a scollegarla dalle polemiche di questi ultimi giorni sul fatto che si possa viaggiare in alcuni paesi esteri per Pasqua” – ma che sul fronte sanitario è arrivata con clamoroso ritardo. Se una regola del genere fosse stata imposta mesi fa, chissà forse oggi non ci ritroveremo con la variante inglese del virus così ampiamente diffusa nel Paese e col sistema sanitario nazionale così sotto pressione.

E dire che sarebbe bastato guardare all’estero e a quella strategia Zero COVID che anche il Regno Unito sta adottando con una stretta davvero dura per i viaggi all’estero e che anche la Germania ha deciso di sposare in queste settimane.

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