Israele va ancora più a destra: pronto un governo senza Netanyahu

Pronto l’accordo tra Naftali Bennet, leader del partito nazionalista Nuova Destra, e i centristi di Yesh Atid. Fuori “Bibi” dopo 12 anni

30 Maggio 2021 21:54

Dopo due settimane di violenze feroci di Israele sulla Striscia di Gaza (non parliamo di scontri, qui spieghiamo perché), a Tel Aviv c’è un nuovo governo: è quello formato dalla coalizione tra il partito Nuova Destra, guidato da Naftali Bennett, e Yesh Atid di Yair Lapid (centro). La svolta arriva a quasi tre mesi dalle elezioni, tenutesi in Israele il 2 marzo, che non avevano dato un risultato chiaro. In sella era rimasto ancora Benjamin Netanyahu, che aveva continuato ad amministrare il Paese in questi mesi. Leader del partito Likud, Netanyahu è primo ministro ininterrottamente dal 2009. Aiutato anche dalle tensioni con Hamas delle ultime settimane, che hanno fatto naufragare l’idea di un ingresso nell’esecutivo del partito arabo Ra’am, di Mansour Abbas.

Lo stallo politico in Israele in realtà dura da più di questi tre mesi, ma inizia dal novembre 2018. Da allora, la nazione è tornata al voto in quattro occasioni, senza però riuscire a trovare equilibri diversi e consentendo, così, a Netanyahu di rimanere al posto di comando. “Quattro tornate elettorali hanno indebolito il Paese. Si tratta di una crisi politica senza eguali nel mondo. Stiamo smontando l’edificio dello Stato e rischia di crollare tutto“, ha detto in conferenza Bennett.

Un esecutivo sempre più a destra

Vi annuncio che farò un governo di unità nazionale con Lapid, per far uscire Israele dalla voragine“, ha dichiarato Bennett. “Con Lapid ci sono diversità ma siamo intenzionati a trovare l’unità. Lapid è molto maturato“. Lapid è il leader del partito Yesh Atid (“C’è un futuro”), formazione centrista che ha partecipato per la prima volta alle elezioni nel 2013, diventando la seconda forza più rappresentata nello Knesset (il parlamento) con 19 seggi, dietro solo Likud. Quell’anno, il partito entrò anche a far parte del governo di coalizione che sostenne Netanyahu, e Lapid fu ministro delle Finanze dal 18 marzo 2013 al dicembre 2014, quando si dimise. Yesh Atid, da allora, è stato sempre all’opposizione e Lapid ne è stato il volto più conosciuto ed esposto, almeno fino a oggi.

Bennett ha poi escluso la possibilità di formare un esecutivo con il primo ministro uscente: “Chi dice che c’è un governo di destra a portata di mano, si sbaglia. Non c’è. Non esiste un governo di destra di Netanyahu. Chi lo dice mente. Anche stamane c’è stato un altro tentativo: sarei stato possibilista, ma non c’era la maggioranza“. Le intenzioni del nuovo, primo ministro sembrano abbastanza chiare: il prossimo sono solo non sarà “un governo di sinistra come dice Netanyahu, ma sarà anzi più spostato a destra di quello attuale. Non faremo ritiri e non consegneremo territori“. Il primo ministro ancora in carica ha definito questa operazione “la truffa del secolo“. Gli accordi tra i due partiti prevedono che nei primi due anni della legislatura il primo ministro sarà Bennett, poi toccherà a Lapid.

Chi è Naftali Bennett

Figlio di due ebrei statunitensi immigrati in Israele nel 1967, poco dopo la fine della Guerra dei sei giorni, Bennett è nato ad Haifa nel 1972. Da soldato ha raggiunto il grado di maggiore e ha partecipato a diverse missioni all’estero, tra cui l’operazione Grappoli d’Ira svolta dalle forze israeliane nel Libano meridionale, nel 1996. Laureatosi in Legge a Gerusalemme, si è poi trasferito a New York, dove è diventato multimilionario fondando – e poi vendendo – un’azienda produttrice di software.

Tornato in Israele, nel 2006 decide di entrare in politica nelle fila di Likud. È stato per un periodo capo dello staff di Netanyahu, cioè il suo braccio destro, ma nel 2008 esce dal partito e fonda La Casa Ebraica. Una formazione improntata al nazionalismo israeliano, al sionismo e dalla forte connotazione religiosa, giudicata dai media occidentali e israeliani “di estrema destra”. Col suo partito entra nei governi Netanyahu III, IV e V, e ricopre il ruolo di ministro dell’Economia, dei Servizi Religiosi, della Difesa e della Pubblica istruzione.

Nel 2018 esce dal suo partito per fondarne un altro, Nuova Destra, insieme ad Ayelet Shaket. Alla prima tornata elettorale non prende i voti necessari per entrare in Parlamento, poi entra nella coalizione di destra Yamina e riesce a raggiungere 7 seggi alla tornata successiva.

Tuttavia, le sue posizioni sono molto più vicine a Netanyahu, rispetto a Lapid. Bennett è un convinto sostenitore della linea dura nei confronti dei palestinesi, è un ex colono – e favorevole alla formazione di nuove colonie – fermamente convinto che Israele dovrebbe annettere la maggior parte della Cisgiordania. Lapid, invece, è stato anche vicino a partiti anti-occupazione e potrebbe aver bisogno dell’appoggio esterno dei partiti arabo-israeliani. Tutto questo dovrà essere chiarito entro mercoledì, ma se Bennett e Lapid non dovessero riuscire a formare una coalizione, Israele tornerebbe al voto. Per la quinta volta in due anni.

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