COVID-19, Locatelli: “Il Paese è preparato. Non rivivremo un altro lockdown”

Franco Locatelli commenta l’aumento dei contagi da COVID in Italia e si dice a favore della mascherina obbligatoria all’aperto in tutto il Paese.

2 Ottobre 2020 09:08

L’aumento dei contagi da COVID registrato ieri in Italia ha colto tutti di sorpresa. Che la curva dell’epidemia fosse in salita era evidente da settimane, ma un balzo del genere – 2.548 nuovi positivi e 24 decessi – era sicuramente inatteso, anche se la situazione in Paesi a noi vicini come la Francia o la Spagna non poteva non lasciar presagire qualcosa di simile anche in Italia.

È presto per parlare di vero e proprio picco e gli esperti, seppur in allerta, continuano a mantenere un tono di rassicurazione. Franco Locatelli, presidente del Consiglio Superiore di Sanità e membro del Comitato Tecnico Scientifico che da mesi da consigliando l’esecutivo di Giuseppe Conte, ha precisato questa mattina dalle pagine di Repubblica che una chiusura totale del Paese non è neanche presa in considerazione in questa fase.

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Locatelli: “Non rivivremo un altro lockdown”

I numeri italiani non possono che essere guardati con una certa preoccupazione, per quanto la nostra situazione sia favorevole rispetto a quella di altri Paesi. Ci devono allertare e non allarmare, soprattutto va chiarito bene che quanto abbiamo affrontato la scorsa primavera, il lockdown, non lo rivivremo. La chiusura non si prende in considerazione. Ora il Paese è preparato, ci sono comunque terapie per rallentare la malattia, presto arriveranno vaccini e medicinali efficaci come gli anticorpi monoclonali.

L’aumento dei contagi da COVID, secondo Locatelli, non sarebbe il frutto della riapertura delle scuole. O almeno non ancora. In gran parte del Paese le scuole sono ripartire il 14 settembre scorso e a distanza di poco più di due settimane, Locatelli si dice convinto che sia troppo presto per vedere gli effetti:

Credo che la scuola non stia ancora impattando sul numero di contagi. È passato poco tempo dall’apertura e comunque ci sono misure stringenti e percorsi attenti per garantire la sicurezza sia di chi ci lavora sia di chi ci va. Non ho la sfera di cristallo ma, a mio giudizio, alla fine la partita giocata negli istituti avrà un risultato largamente positivo.

Verso le mascherine obbligatorie?

Se l’ipotesi di un nuovo lockdown è già stata esclusa – i risultati di una chiusura generalizzata sarebbero disastrosi per l’economia – gli strumenti a disposizione sono molteplici e l’obbligo di indossare le mascherine all’aperto in qualunque circostanza potrebbe rappresentare la soluzione. Ne sembra convinto anche Locatelli:

In questa fase le mascherine potrebbero contribuire a contenere il virus anche se usate all’aperto. Se indossarle appena si esce di casa diventa un comportamento automatico quando si incontrano da vicino altre persone si è già protetti. I numeri nelle terapie intensive si stanno incrementando, stiamo arrivando quasi a 300 ricoverati, mentre eravamo scesi sotto i 50. Questo dato testimonia purtroppo l’immutata capacità del virus di provocare danni assai gravi sull’organismo di chi viene infettato. Credo che purtroppo, e sottolineo purtroppo, si tratti della più evidente smentita di chi diceva che il virus ha perso il potere di indurre danni gravi in persone fragili. È cambiata l’epidemiologia. Durante la fase critica il problema era concentrato al Nord. Probabilmente una sorta di rilassamento, per certi versi anche comprensibile dopo la fine del lockdown, ha favorito la circolazione tra le regioni, anche al Sud.

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