Brusaferro (ISS) difende i 21 indicatori: “Serve tempo per la raccolta dei dati”

Il Presidente dell’ISS Brusaferro difende il sistema dei 21 indicatori di rischio in base ai quali vengono “colorate” le Regioni.

17 Novembre 2020 17:40

Nelle stesse ore in cui le Regioni chiedono un confronto urgente col ministro della Salute Roberto Speranza e con il ministro per gli Affari regionali Francesco Boccia per rivedere i 21 indicatori in base ai quali vengono “colorate” le Regioni, il Presidente dell’Istituto Superiore di Sanità Silvio Brusaferro difende il modo in cui al momento si sta valutando la situazione in Italia e risponde alle critiche di chi sostiene che i dati non siano troppo recenti.

Nel corso della conferenza stampa di aggiornamento sull’andamento dell’emergenza COVID-19 nel nostro Paese, Brusaferro riconosce la complessità di analisi di così tanti indicatori, ma sottolinea anche che è la realtà di questa pandemia ad essere complessa e di fronte a questo dato di fatto non si può essere superficiali nell’analisi dei dati da cui poi si decidono le libertà dei cittadini.

Quando si lavora sui dati in un’epidemia bisogna prestare molta attenzione agli aspetti più complessi di questi dati e i relativi 21 indicatori; e poi serve guardare all’insieme dei dati che ci consentono di individuare il rischio.

Serve tempo per analizzare i dati dei 21 indicatori

Non tutti i 21 indicatori possono essere analizzati con tempestività. Alcuni, ha precisato Brusaferro, richiedono più tempo di altri:

Gli indicatori sono un mix su cui può intervenire la tempestività dei dati; altri richiedono più tempo perché possono essere raccolte alcune valutazioni. Un esempio: l’inizio dei sintomi e l’incubazione del virus, su cui occorre tempo per avere tali dati e trarne una valutazione.

La Regioni chiedono una netta semplificazione di questo sistema a 21 parametri, ma la decisione non spetta di certo solo all’Istituto Superiore di Sanità che, di fronte alle continue polemiche sollevate da molti governatori di regioni, ha ribadito ancora una volta che la stima di rischio non è una pagella. Finire in zona rossa non significa che si sta governando male una Regione, ma soltanto che l’epidemia sta colpendo in modo più duro quella Regione rispetto ad altre:

La stima di rischio mette insieme alcuni indicatori di andamento dell’epidemia, ci consente non di valutare efficienza ed efficacia dei sistemi, non è una pagella. È un sistema che ci accompagna nell’individuare il rischio che l’epidemia possa correre priva di controllo.

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