37.242 nuovi casi e 699 morti in Italia: il bollettino coronavirus del 20 novembre

Bollettino Covid del 20 novembre 2020: i dati del ministero della Salute sulla situazione epidemiologica in Italia. Cala l’indice Rt, sotto 1 in 4 regioni

20 Novembre 2020 17:43

Secondo il bollettino Covid del 20 novembre diffuso oggi dal ministero della Salute sono 37.242 i nuovi casi di coronavirus e 699 i soggetti positivi al Sars-CoV-2 morti in 24 ore in Italia. Nell’ultimo giorno sono stati eseguiti 238.077 tamponi. In terapia intensiva ci sono ad oggi 3.748 pazienti, 36 in più rispetto a ieri quando erano stati comunicati 36.176 nuovi contagi, con circa 12mila tamponi in più (250.186), 653 morti e 17.020 guariti.

Le vittime totali da inizio epidemia sono 48.569 mentre i guariti sono in tutto 520.022, 21.035 solo nelle ultime 24 ore. Gli attualmente positivi al Covid salgono a 777.176 unità (più 15.505 in un giorno) di cui 33.957 ricoverati in ospedale con sintomi, più 347 su ieri, mentre 739.471 sono in isolamento domiciliare, 15.122 in più in un giorno.

Bollettino Covid del 20 novembre: rapporto test/positivi risale

Torna a crescere il rapporto positivi-tamponi, che risale al 15,64% dal 14,4% di ieri. Gianni Rezza, direttore della Prevenzione del ministero della Salute, commenta così i dati odierni:

Il numero dei nuovi positivi è leggermente superiore a quello di ieri, ma le oscillazioni tra un giorno e l’altro non sono significative. Siamo davanti ad un quadro di stabilizzazione dei nuovi positivi. Quasi 700 decessi è un numero elevato, non è un dato rassicurante. I decessi sono sempre tanti.

Le regioni che registrano più nuovi contagi sono la Lombardia, con 9.221 casi, la Campania, con 4.226 casi, il Piemonte, con 3.861 casi, e il Veneto, con 3.468.

Scende l’indice di contagio Rt

Intanto l’indice di contagio Rt in Italia scende a 1,18 secondo i dati aggiornati al 18 novembre mentre la settimana scorsa era a 1,43 e due settimane fa a 1,72. Così, secondo la bozza del report settimanale di Istituto superiore di sanità e ministero Salute. Nella maggior parte delle regioni i valori medi dell’indice Rt sono tutti sopra 1, compresi tra 1 e 1,25. Sotto soglia 1 solo 4 regioni: Lazio, Liguria, Molise, Sardegna.

Coronavirus, Di Maio: “I dati danno speranza, altri Paesi stanno peggio”

Il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, ha fatto il punto sul confronto avuto ieri con i suoi omologhi europei in merito alla pandemia. “Nell’ultimo bollettino – scrive l’esponente del M5S sul proprio profilo Facebook – ci sono alcuni dati che devono darci speranza. La percentuale positivi/tamponi effettuati scende per il terzo giorno consecutivo. In leggero calo anche i decessi, anche se ancora sono tanti. E frena l’aumento delle terapie intensive. Buone notizie, anche se ancora serve tanta prudenza perché i contagi sono alti”.

Nel corso del suo intervento, Di Maio sottolinea che altri ministri degli Esteri gli hanno raccontato la situazione dei rispettivi Paesi, disegnando un quadro assai grave, anche di più di quello italiano. Un motivo per specchiarsi e allentare la tensione? Assolutamente no. “Questo – continua il titolare della Farnesina – non vuol dire che abbiamo sconfitto il covid, ma significa che lentamente le misure messe in campo per fronteggiare il virus ci consegnano i primi risultati.
Ora – ammonisce – inizia una fase molto importante, perché adesso dobbiamo rispettare ancora di più le misure anti covid, dobbiamo fare ancora più attenzione a salvaguardare la nostra vita, quella delle persone più fragili e di chi ci sta attorno”.

Aosta: 21 insegnanti su 27 saltano lo screening

Giallo in una scuola primaria di San Francesco di Aosta: sei classi su undici sono rimaste chiuse e gli alunni rispediti a casa per l’assenza degli insegnanti. Dopo la quarantena, 21 insegnanti su 27 non si sono presentati ai test. Saltando lo screening, le lezioni per loro ripartiranno martedì 23 novembre, per via dell’esaurimento del periodo di isolamento, anche senza tamponi.

Feste: -13,5 milioni di alberi di Natale

Secondo i dati elaborati dalla Coldiretti, la chiusura dei negozi di fiori e piante in molte Regioni causerà la presenza nelle case degli italiani di un numero di molto inferiore di alberi di Natale rispetto al recente passato. Si parla addirittura di 13,5 milioni di alberi in meno a causa di quella che viene definita un’errata interpretazione del DPCM entrato in vigore il 6 novembre.

(ultimo aggiornamento 17.43)

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