No, non c’è alcuna certezza che un frammento di razzo cadrà in Italia

La caduta dei frammenti del razzo cinese riguarda un’area molto ampia, tra cui c’è anche l’Italia. Ma secondo le stime non ci sarebbero rischi particolari.

8 Maggio 2021 17:57

Tra l’8 e il 9 maggio alcuni frammenti del razzo cinese Lunga Marcia 5b rientreranno sulla terra. Si tratta del razzo più grande e potente a disposizione della Cina – con un peso di oltre 20 tonnellate -, utilizzato in una missione avviata il 28 aprile per lanciare in orbita il primo modulo della stazione spaziale cinese Tiahne. Il pezzo più centrale del razzo, circa trenta metri, è rimasto in orbita e all 99% si disintegrerà durante l’attraversamento dell’atmosfera, lasciando alcuni frammenti a un cosiddetto “rientro incontrollato”. «Incontrollato significa che – scrive la pagina di divulgazione scientifica Chi ha paura del buio? – non potendolo manovrare e indirizzare verso un oceano, il rientro avverrà in un momento non predicibile, a causa della difficoltà del modellare l’atmosfera terrestre e l’assetto del detrito». In sostanza, è impossibile sapere quali saranno il momento e il punto esatto di caduta.

QUANDO E DOVE CADRANNO I FRAMMENTI DI RAZZO

«Attualmente si stima che questi potenziali frammenti potrebbero arrivare al suolo nella notte (ora italiana) con un margine di errore totale di dodici ore. Il DOVE è la domanda da un milione di dollari. Al momento TUTTA quella fascia compresa tra le zone rosse è possibile», ha spiegato in un post su Facebook Matteo Miluzio, astrofisico dell’Agenzia Spaziale Europea.

https://www.facebook.com/matteo.miluzio/posts/10224597564717243

Nella mappa qui sopra sono individuate gli Stati e le zone del mondo in cui potrebbe avvenire il rientro. Anche una parte dell’Italia è compresa tra queste aree. La protezione civile ha diramato nella serata di venerdì 7 maggio un comunicato stampa in cui spiega che

«sono tre le traiettorie che potrebbero coinvolgere l’Italia che, in totale, interessano porzioni di 9 regioni del centro-sud, ovvero Umbria, Lazio, Abruzzo, Molise, Campania, Basilicata, Puglia, Calabria, Sicilia e Sardegna».

Con l’avvicinarsi del rientro, è possibile fare predizioni più accurate – ma non certe – sul momento e sul luogo della caduta. The Aerospace Corporation, organizzazione finanziata dal governo americano che si occupa di sicurezza nello spazio, sta pubblicando costanti aggiornamenti sul monitoraggio del razzo. Come si può notare dai grafici qui sotto, gli ultimi due aggiornamenti segnalano due situazioni diverse tra loro.

Il primo che abbiamo considerato, alle ore 16.30, spiegava che il rientro poteva avvenire alle 05:22 ore italiane, con una finestra temporale di incertezza di quattro ore in più o in meno, in una zona vicina alla costa est degli Stati Uniti (l’icona gialla indica infatti il luogo in cui i frammenti potrebbero cadere)

Aggiornamento delle 16.30. Fonte: the Aerospace Corporation

L’aggiornamento delle 17.30 ha invece evidenziato che il rientro potrebbe verificarsi in un’area più vicina all’Europa, alle ore 05.30 e sempre con una finestra temporale di quattro ore in più o in meno (ora italiana). Le curve gialle e blu indicano le potenziali rotte seguite dai frammenti di razzo, che potrebbero dunque “cadere” in un punto qualunque di queste traiettorie. Il cerchio arancione indica invece lo spazio di vicinanza entro il quale può essere osservato il rientro dei frammenti.

Aggiornamento delle 17.30. Fonte: the Aerospace Corporation

LINEE GUIDA E NIENTE PAURA

Il comunicato emesso dalla protezione civile è una prassi che viene seguita in casi come quelli di cui ci stiamo occupando in questo articolo. Nonostante infatti sia dello 0.000000005% la probabilità che un frammento cada entro un chilometro da una qualsiasi persona – è infatti estremamente probabile, secondo le stime, che i frammenti finiscano in acqua -, non si tratta comunque una probabilità pari a zero. Per questa ragione sono state emesse delle linee guida da parte della protezione civile, unica autorità competente a definire quali comportamenti debbano essere seguiti. Dunque:

  • è poco probabile che i frammenti causino il crollo di edifici, che pertanto sono da considerarsi più sicuri rispetto ai luoghi aperti. Si consiglia, comunque, di stare lontani dalle finestre e porte vetrate;
  • i frammenti, impattando sui tetti degli edifici, potrebbero causare danni, perforando i tetti stessi e i solai sottostanti, così determinando anche pericolo per le persone: pertanto, non disponendo di informazioni precise sulla vulnerabilità delle singole strutture, si può affermare che sono più sicuri i piani più bassi degli edifici;
  • all’interno degli edifici i posti strutturalmente più sicuri dove posizionarsi nel corso dell’eventuale impatto sono, per gli edifici in muratura, sotto le volte dei piani inferiori e nei vani delle porte inserite nei muri portanti (quelli più spessi), per gli edifici in cemento armato, in vicinanza delle colonne e, comunque, in vicinanza delle pareti;
  • è poco probabile che i frammenti più piccoli siano visibili da terra prima dell’impatto;
  • alcuni frammenti di grandi dimensioni potrebbero resistere all’impatto. Si consiglia, in linea generale, che chiunque avvistasse un frammento, di non toccarlo, mantenendosi a una distanza di almeno 20 metri, e dovrà segnalarlo immediatamente alle autorità competenti.
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