Mazara: dopo 108 giorni di prigionia, i 18 pescatori sono tornati a casa

Sono arrivati a Mazara del Vallo i 18 pescatori liberati giovedì scorso dopo 108 giorni di prigionia in Libia

20 Dicembre 2020 10:39

Sono arrivati Porto Nuovo di Mazara del Vallo, annunciati dalla sirena di una motovedetta, i pescherecci Medinea e Antartide, a bordo dei quali c’erano i 18 pescatori tenuti sotto sequestro in Libia per 108 giorni. Rilasciati giovedì scorso dopo un blitz del premier Giuseppe Conte e del ministro degli Esteri Luigi Di Maio, i pescatori sono partiti da Bengasi intorno all’una di notte di venerdì e dopo una navigazione di quasi 60 ore sono finalmente tornati a casa.

Mazara: visita medica e tamponi per i 18 pescatori

Ad attenderli sulla banchina familiari e autorità. Dopo la visita effettuata a bordo da un medico, primo tampone per gli ex prigionieri nei gazebo appositamente allestiti al porto con il supporto di quattro sanitari della Usca dell’Asp di Trapani. Ad accogliere i pescatori anche Marco Marrone, armatore del Medinea: “Torneremo a ridere e a scherzare. Li conosco, sono grandi uomini”, le sue parole riportate dall’Ansa. “Oggi è il nostro Natale, anticipato di qualche giorno. Mi auguro che questa storia sia da sprone per unire la marineria di Mazara, che nella sua storia ha subito almeno 50 sequestri – aggiunge – e serva al governo per risolvere la questione dei confini marittimi della Libia”.

Quinci: “UE ridisegni politiche economiche del Mediterraneo”

Ovviamente, la banchina del porto è transennata e presidiata. L’ingresso presso lo scalo è vietato attualmente anche ai marinai delle imbarcazioni ormeggiate. Consentito l’accesso all’area riservata ad alcuni parenti delle vittime, che hanno portato ai 18 pescatori un cambio di vestiti. Ad attendere i 18 pescatori anche il sindaco di Mazara Salvatore Quinci, che ha fatto un appello sia alle autorità nazionali, sia a quelle europee. “Ci dicano se possiamo continuare a lavorare o se dobbiamo tirare i remi in barca – ammonisce – la pesca garantisce 600 posti di lavoro e altre migliaia nell’indotto. L’Ue si faccia protagonista di una svolta che ridisegni le politiche economiche del Mediterraneo”.

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