Economia italiana: indagini e tendenze

La situazione di economia italiana, imprese e famiglie spiegata dal Centro Studi di Confindustria e dai report di Istat e Banca d’Italia

29 Maggio 2021 13:17

Pil in crescita, industria che avanza e consumi che riprendono, seppure lentamente. È un quadro positivo quello che emerge dall’ultimo report del Centro Studi di Confindustria, osservatorio che analizza le tendenze dell’economia italiana.

PIL E VACCINAZIONI

Alle ore 6.09 del 29 maggio 2021 in Italia erano state somministrate 33.555.795 dosi di vaccino, con un totale di 11.495.551 persone completamente vaccinate (19.40% della popolazione). Con la prosecuzione della campagna vaccinale e la progressiva diminuzione di decessi, accessi in terapia intensiva e ricoveri ordinari, il Governo ha disposto un piano preciso di allentamento delle restrizioni. Circostanze favorevoli, secondo l’Osservatorio, per l’aumento del Prodotto Interno Lordo (PIL):

«maggio si è confermato per l’Italia il mese dei graduali allentamenti delle restrizioni anti-Covid, grazie anche al ritmo significativo delle vaccinazioni. Ciò rende possibile nel 2° trimestre un primo, piccolo, aumento del PIL, cui seguirà un forte rimbalzo nel 3° e 4° pari a oltre il +4%, che si consoliderà grazie all’impatto che verrà dagli investimenti finanziati dal piano europeo NGEU (Next Generation EU, cioè il piano di aiuti – a fondo perduto e prestiti – che fornirà all’Italia più di 200 miliardi di euro totali, ndr)

La crescita prevista per il PIL italiano nel quinquennio 2021-2026, anno di conclusione del piano, sarà di 3,6 punti percentuali rispetto all’andamento tendenziale (cioè la variazione percentuale rispetto al medesimo periodo dell’anno precedente).

PRODUZIONE INDUSTRIALE

L’Istituto nazionale di statistica (Istat) ha pubblicato il 21 maggio il report mensile (marzo 2021) riguardante il fatturato dell’industria. Ciò che emerge è che l’industria italiana è in crescita. «A marzo si stima che il fatturato dell’industria, al netto dei fattori stagionali, registri un aumento congiunturale (cioè rispetto alla rilevazione precedente. In questo caso la cadenza è mensile, ndr) dell’1,6%, risultante da una crescita su entrambi i mercati (+2,0% quello interno e +0,6% quello estero). Nel primo trimestre l’indice complessivo segna un incremento del 3,5% rispetto all’ultimo trimestre dello scorso anno (+3,3% sul mercato interno e +3,7% su quello estero)», si legge nel documento.

Il fatturato totale cresce in termini tendenziali del 38,1%, grazie a  un aumento più sostenuto sul mercato interno (+45,7%) rispetto a quello estero (+25,1%).

Fonte: Fatturato dell’industria, Istat – maggio 2021

CONSUMI

L’incertezza della crisi sanitaria e le conseguenti misure di contenimento sono stati i principali fattori condizionanti i consumi delle famiglie e l’economia italiana. «La spesa appare lontana dai livelli pre-crisi. L’indicatore dei consumi di Confcommercio in aprile risulta in marginale arretramento, è aumentato del 45% rispetto a un anno prima, ma segna un -23% rispetto ad aprile 2019», si legge. Per il settore dell’auto in aumento le immatricolazioni rispetto al 2020 (145mila ad aprile 2021 contro 4mila ad aprile 2020), ma -17% rispetto ai livelli ai aprile 2019.

Con la riduzione delle misure e l’accumulo del risparmio nel corso del 2020, si attende un rimbalzo. Il Centro Studi quantifica in 26 miliardi di euro il risparmio “forzato” nel 2020 delle famiglie che non hanno sofferto un crollo del reddito. Gli effetti della crisi non saranno però di breve corso. «Le famiglie, infatti, saranno orientate a gestire i bilanci con maggiore prudenza rispetto al passato e ciò comporterà che non tutto il risparmio accumulato verrà speso. Questo atteggiamento prudenziale è, in particolare, legato alle incertezze sulle prospettive economiche», viene spiegato nel report.

INDAGINE DI BANCA D’ITALIA SULLE FAMIGLIE

Il 21 maggio Banca d’Italia ha pubblicato i Principali risultati della terza edizione dell’Indagine Straordinaria sulle Famiglie italiane, un’indagine statistica che ha coinvolto, tra il mese di febbraio e quello di marzo 2021, 2800 famiglie.

Secondo quanto emerso, la percentuale di famiglie che si attende un peggioramento della situazione economica italiana è del 23%, cioè di 9 punti percentuali inferiore ai risultati dell’indagine condotta a novembre 2020. La valutazione è accompagnata anche da una scarsa fiducia nella conclusione a breve termine della crisi sanitaria: solo il 16 per cento ritiene che verrà meno nel corso del 2021; un terzo stima che si protrarrà almeno fino al 2023. Il dato più significativo che emerge dal report riguarda le condizioni economiche delle singole famiglie:

«oltre il 60% dei nuclei intervistati ha dichiarato di avere difficoltà economiche ad arrivare alla fine del mese, 10 punti percentuali in più rispetto al periodo precedente la pandemia; la percentuale è aumentata di oltre 20 punti (al 65%) per i nuclei il cui capofamiglia è un lavoratore autonomo. Poco meno del 40% delle famiglie riporta che negli ultimi dodici mesi si è verificato che il reddito familiare non fosse sufficiente a coprire le spese; quasi la metà di queste riferisce che in assenza di reddito o trasferimenti non disporrebbe di risorse finanziarie proprie per far fronte ai consumi essenziali nemmeno per un mese».

Per quanto riguarda invece i consumi, oltre l’80% ha dichiarato di aver ridotto le spese per servizi di alberghi, bar e ristoranti e di aver effettuato meno frequentemente acquisti in negozi di abbigliamento rispetto al periodo precedente la pandemia; una quota pari a due terzi riporta una spesa più bassa per i servizi di cura della persona. In riferimento al risparmio accumulato dalle famiglie, di cui abbiamo parlato sopra, l’indagine di Banca d’Italia spiega che

«solo un terzo del risparmio accumulato nel 2020 verrebbe consumato nel corso del 2021: poco più della metà sarebbe detenuto sotto forma di depositi o altre forme di investimento; il rimanente verrebbe impiegato per ripagare il debito. Il 45% dei nuclei prevede che nei prossimi dodici mesi spenderà meno del proprio reddito annuo».

Fonte: Banca d’Italia, indagine Straordinaria sulle famiglie italiane (quarta edizione)

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