Covid, Galli: “Situazione in Italia è fuori controllo”

“Lockdown nazionale? È un parere assai generalizzato tra i medici. Quelli che hanno un’opinione diversa ce l’hanno per motivi loro, non per scienza”

9 Novembre 2020 10:01

È allarme per i numeri dell’epidemia da Covid: gli ordini dei medici chiedono il lockdown totale, il consulente scientifico del ministro della Salute parla di tragedia annunciata, gli stessi toni usati dal sindaco di Palermo mentre quello di Napoli chiede che cosa si aspetta ancora a chiudere la città.

Al coro si unisce stamattina Massimo Galli, infettivologo dell’ospedale Sacco-Università statale di Milano, che ad Agorà su Rai 3 chiarisce: “Temo che non ci sia il benché minimo dubbio nel dover sottolineare che la situazione” in Italia “è ampiamente fuori controllo” dato il “costante incremento della diffusione dell’infezione” anche se con “differenze locali e regionali”.

Se è vero che non c’è peggior sordo di chi non vuole sentire – ieri sono state sanzionate quasi 1000 persone, 110 quelle denunciate perché in giro nonostante la consapevolezza di essere positivi – Galli avverte: “Le misure adottate devono essere applicate con estrema attenzione ed efficacia, se vogliamo sperare di invertire una tendenza in tempi ragionevoli e non trovarci in una situazione ancora più complessa a brevissimo termine”.

“Lockdown nazionale è parere assai generalizzato tra i medici”

Secondo l’esperto: “Siamo di fronte ad altre dolorose chiusure, che sono assolutamente necessarie” per contenere la diffusione dei contagi da Coronavirus e non far collassare il sistema sanitario, anche a corto di personale nell’emergenza, come sottolineato ieri dalla Federazione Ordini dei medici che ha chiesto al governo il lockdown nazionale.

“È interessante e importante in questo senso, perché in realtà esprime un parere che è assai generalizzato tra i medici di questo Paese. Quelli che hanno un’opinione diversa ce l’hanno per motivi loro, non sulla base di un dato scientifico o di un dato di realtà” aggiunge Galli.

Per l’infettivologo del Sacco “può essere ancora ragionevole considerare alcune differenze regionali, ma con estrema attenzione per non correre il rischio di vanificare le posizioni prese e di non avere risultato”.

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