Caso Consip: la Procura di Roma chiede il processo per Tiziano Renzi

La Procura di Roma avanza una richiesta di rinvio a giudizio per Tiziano Renzi, l’accusa nei confronti del padre di Matteo è di turbativa d’asta

18 Dicembre 2020 13:38

La Procura di Roma avanza una richiesta di rinvio a giudizio per Tiziano Renzi, padre del leader di Italia Viva Matteo, con l’accusa si turbativa d’asta. La richiesta arriva nell’ambito di uno dei filoni dell’inchiesta sul caso Consip, in cui sono coinvolte altre 11 persone. Richiesta di processo anche per Denis Verdini, ex Forza Italia, Italo Bocchino (anche lui ex parlamentare di centrodestra) e per l’imprenditore Alfredo Romeo. A Verdini, che si trova già in carcere per una condanna in via definitiva, vengono contestati i reati di turbativa d’asta e concussione, mentre nei confronti di Romeo si parla di traffico di influenze illecite, corruzione e turbativa d’asta. Influenze illecite, turbativa d’asta e di reati tributari le accuse, infine, nei confronti di Bocchino.

La Procura di Roma chiede il processo anche per Carlo Russo, amico del papà di Renzi e accusato di turbativa d’asta ed estorsione. A Silvio Gizzi, ex ad di Grandi stazioni, viene contestato il reato di turbativa d’asta, mentre Domenico Casalino, ex amministratore delegato di Consip viene accusato di traffico di influenze illecite e turbativa d’asta. “Solo” traffico di influenze illecite, invece, per Francesco Licci. I magistrati di piazzale Clodio chiedono anche il rinvio a giudizi per l’ex parlamentare Ignazio Abbrignani (Ala) per turbativa d’asta e concussione e infine per l’imprenditore Ezio Bigotti (concussione e turbativa d’asta).

Caso Consip: le contestazioni agli accusati

Al centro del caso Consip ci sono soprattutto due gare bandite tra il 2015 e il 2016 dalla centrale appalti della PA: una da 2,7 miliardi, la Fm4, e una da qualche decina di milioni di euro per alcuni servizi di pulizia. Dopo aver parzialmente respinto la richiesta di archiviazione, il gip Gaspare Sturzo aveva disposto nuove indagini a febbraio 2020. Contestualmente, il gip chiedeva anche di indagare su Luigi Marroni, all’epoca amministratore delegato della centrale acquisiti della PA, che avrebbe fatto pressioni. Il 7 ottobre scorso era stato notificato agli 11 indagati l’avviso di chiusura indagini. Ora la richiesta di rinvio a giudizio, che però non vuol dire processo automatico.

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