Burioni: “Ecco come funziona la vaccinazione con le dosi Pfizer nel Regno Unito”

Il noto virologo Roberto Burioni sul suo sito ha spiegato nei dettagli come funziona la vaccinazione nel Regno Unito con il vaccino Pfizer.

8 Dicembre 2020 12:52

Nel Regno Unito oggi ha preso il via la piĂą grande campagna di vaccinazione che ci sia mai stata nella storia della Gran Bretagna, ma sarĂ  lo stesso anche per tutte le altre nazioni che potranno avviare la propria nelle prossime settimane.

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A spiegare per bene come funziona la vaccinazione, come vengono usate le dosi del vaccino Pfizer, dalla conservazione e scongelamento delle fiale al tipo di siringhe da usare, ci ha pensato il noto virologo Roberto Burioni, che ha pubblicato un interessante articolo scritto di proprio pugno sul suo sito di divulgazione scientifica Medical Facts.

Burioni ha spiegato prima di tutto che cosa sta avvenendo da oggi nel Regno Unito e quando si potranno avere indicazioni utili su questa campagna di vaccinazione:

Oggi, martedì 8 dicembre, nel Regno Unito inizia la somministrazione del vaccino Pfizer/BioNTech, a quanto trapelato sono disponibili 800 mila dosi, un numero notevole che per la fine dell’anno comincerà a darci qualche importante informazione sia sulla sicurezza, sia sulla efficacia. Il vaccino non può dare protezione prima di 15 giorni (è il tempo necessario per produrre anticorpi), ma una protezione parziale potrebbe vedersi anche prima della seconda dose. Allo stesso modo gli effetti collaterali più gravi si verificano tipicamente entro un mese; anche in questo senso avremo maggiori dati.

Poi ha spiegato anche come si stanno superando i problemi di conservazione di cui si era parlato nelle scorse settimane e ha chiarito una volta per tutte le polemiche sulle siringhe da usare, che avevano coinvolto anche il commissario all’emergenza Domenico Arcuri. Su questo punto Burioni ha infatti chiarito:

La conservazione è problematica, ma da quello che si legge nei documenti forniti dalla Pfizer per ottenere l’autorizzazione la preparazione del vaccino e la somministrazione sono semplicissime. Le confezioni contengono 195 fiale di vaccino concentrato, che deve essere scongelato in un frigorifero, cosa che impiega 2 o 3 ore. Poi si deve invertire 10 volte la fiala, infine diluire con soluzione salina sterile (niente conservanti, niente mercurio, niente adiuvanti per la gioia dei no vax). Questo si può fare con una siringa comunissima da 2 o 3 ml con un ago da 21, ovviamente in maniera asettica, come si deve fare sempre per tutti i farmaci iniettabili. A quel punto si inverte per 10 volte la fiala dove ci sono 5 dosi da 0.3 ml, ognuna di esse deve essere prelevata con una siringa (immagino per praticità quella da 1 ml) e iniettata per via intramuscolare. Detto questo, o mi sfugge qualcosa che non c’è scritto nei documenti Pfizer, o la “questione siringhe” di cui leggo nei giornali non ha senso, perché quelle che sono descritte non solo ci sono in ogni ospedale, ma le ho anche io in casa.
Un team di tre persone (uno che scongela e diluisce, uno che preleva 0,3 ml, uno che inietta) potrebbe vaccinare in breve tempo tantissime persone. Questo deve avvenire ovviamente in una struttura attrezzata, anche per un’emergenza, pur se non sono state dimostrate reazioni anafilattiche fino a questo momento. Però meglio esser prudenti.

Burioni nel suo post ha detto di avere ricevuto molte domande sulla durata della protezione e su quali potrebbero essere le conseguenze a lungo termine della vaccinazione e lui ha risposto dicendo che bisogna solo aspettare di vedere quando i vaccinati cominceranno a reinventarsi e se e quali conseguenze ci saranno. Non si possono immaginare, bisogna solo aspettare e vedere. Ma lui aggiunge: “Tra le due conseguenze a lungo termine personalmente preferisco rischiare quelle del vaccino”.

Quando ci si potrĂ  vaccinare anche in Italia?

Ora che il Regno Unito ha cominciato la sua campagna di vaccinazione è ovvio che tutto il resto del mondo (eccetto gli asiatici che hanno iniziato ancor prima) potrà avere la propria vaccinazione e se lo chiede, ovviamente, anche l’Italia. Burioni spiega:

La FDA statunitense dovrebbe approvare il 10 dicembre (incrociamo le dita, è il mio compleanno e sarebbe il migliore regalo), l’ente europeo (EMA) dovrebbe approvare il 29 dicembre, ma forse anche prima. A quel punto due enti indipendenti, con esperti diversi, con regole diverse avranno giudicato il vaccino adatto alla somministrazione umana per efficacia e sicurezza. Possiamo fidarci e non dobbiamo perdere tempo. Muoiono centinaia di persone al giorno e anche un giorno di ritardo non sarebbe accettabile. Visto che non possiamo fare festa a Capodanno, vacciniamo e vacciniamoci.

Quindi, nel caso dell’Italia, appena l’EMA (che comunque vi giungerà dopo l’FDA americana) darà l’ok, si potrà cominciare a vaccinare. Il commissario Arcuri e le Forze dell’Ordine stanno già lavorando al piano di vaccinazione, bisogna solo aspettare il via libera e poi, anche il giorno dopo l’ok dell’EMA, si potrà cominciare a vaccinare, partendo da operatori sanitari e soggetti fragili come gli anziani, mentre gli ultimi a essere vaccinati saranno molto probabilmente coloro che hanno già contratto e vinto il virus e godono dunque, per ora, di una immunità naturale.

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