Alla ministra Dadone la delega per le politiche antidroga. Le reazioni dei partiti di centrodestra: “è un’antiproibizionista”

La nomina stata accolta con favore dall’Associazione Luca Coscioni: “Occorre far fronte ai problemi di approvvigionamento delle terapie a base di cannabis”

3 Aprile 2021 14:20

Il presidente del Consiglio Mario Draghi affida la delega per le politiche antidroga a Fabiana Dadone, ministra delle Politiche giovanili.

La quesitone, in ballo da alcuni giorni nei corridoi di Montecitorio, ha suscitato numerose polemiche da parte dei partiti del centrodestra, sia di governo che di opposizione per le posizioni dichiaratamente antiproibizioniste della ministra.

La Dadone è stata per questo motivo al centro di numerosi attacchi da parte di esponenti di partiti che si dicono sorpresi e delusi della scelta di Draghi.

La prima voce si è levata da Giorgia Meloni, leader di Fratelli D’Italia. “Auspicavamo una smentita – afferma – ma è arrivata una conferma: il premier Draghi ha affidato la delega governativa alle politiche antidroga alla grillina Dadone. Per anni FdI ha chiesto l’assegnazione della delega perché era scandaloso che nessuno si occupasse a tempo pieno dell’emergenza droga ma è grave e deludente che per un compito così delicato come la lotta alle dipendenze sia stato scelto un esponente politico firmatario di proposte per legalizzare la cannabis. Non è questa la discontinuità che ci aspettavamo da Draghi”.

Dello stesso avviso Roberto Occhiuto, capogruppo di Forza Italia alla Camera. “È positivo il fatto che il premier Draghi abbia affidato ad un ministro la delega governativa alle politiche antidroga – afferma – è curioso, però, che la scelta sia ricaduta su Fabiana Dadone, titolare delle politiche giovanili e dichiaratamente antiproibizionista”

“L’esecutivo, – continua Occhiuto – attraverso la sua azione, dovrebbe garantire la promozione e l’indirizzo di politiche per prevenire, monitorare e contrastare il diffondersi delle tossicodipendenze e delle alcool-dipendenze. Il ministro Dadone, invece, nel recente passato ha più volte sostenuto pubblicamente la liberalizzazione della cannabis, ed ha sottoscritto proposte di legge per la sua legalizzazione. Davvero tra i membri del governo Draghi non c’era una personalità con un ‘curriculum’ un tantino meno discutibile? La droga è il male assoluto, non esistono droghe di serie A e di serie B, non ci deve essere alcun tentennamento nella battaglia dello Stato contro gli stupefacenti”.

Dal MoVimento 5 Stelle, invece, si alzano barricate. “Occhiuto stia sereno – risponde la deputata grillina Elisa Tripodi – Il MoVimento 5 Stelle insieme alla ministra Dadone si è sempre battuto in parlamento contro la drammatica piaga dell’uso delle droghe. Nessuno lo può mettere in dubbio e chi lo fa, utilizzando frasi scomposte, si comporta in modo offensivo non solo verso la ministra, ma anche contro il presidente del Consiglio che ha fatto questa scelta. La ministra lavorerà con rigore per contrastare i crimini, criticando questa scelta si offende sia lei che Draghi”.

Immediata anche la risposta da parte di Benedetto Della Vedova, ex segretario di +Europa, erede del Partito Radicale, il quale ironizza sulla risposta della Meloni.

L’ASSOCIAZIONE LUCA COSCIONI

Ad accogliere con favore la nomina della Dadone è tra l’altro l’Associazione Luca Coscioni nelle persone di Marco Perduca, e Leonardo Fiorentini,

“A nome di chi ha partecipato al digiuno a staffetta per la cannabis, ringraziamo la ministra Dadone per la sua pronta risposta. Ci permettiamo sin d’ora di segnalare la necessità di coinvolgere anche malati, persone che usano sostanze e le associazioni della società civile nella preparazione della Conferenza – dicono -. Occorre – si legge nella lettera inviata dai digiunatori al Governo – far fronte ai gravi problemi di approvvigionamento delle terapie a base di cannabis e aprire la strada a un settore con un significativo potenziale impatto economico. È urgente semplificare l’importazione di cannabis per sopperire alle emergenze dei malati e includere la cannabis nei livelli essenziali di assistenza per renderla rimborsabilità in tutta Italia”.

LA MINISTRA

La ministra Dadone ha sempre mostrato nel corso degli anni di essere favorevole alla legalizzazione della cannabis.

Come ricordano i giornali, in un post Facebook del 2015, la giovane deputata ebbe un importante battibecco con Matteo Salvini, che all’epoca si diceva invece favorevole alla legalizzazione della prostituzione. Lei scrisse “Ah la cannabis? Quella produce altri traffici, quelli invece, con la legalizzazione si contrastano tutti”.

E ancora: nel 2017, parlando della legge sulla legalizzazione della cannabis, criticava il Partito Democratico che aveva “svuotato” la norma presentata: “Il testo base, che è stato votato oggi, prevede solo la cannabis ad uso terapeutico: tanta fatica per nulla. Inoltre l’uso terapeutico è già presente anche nell’altro testo base, escludendo a priori coltivazione personale e commercializzazione sotto controllo dello Stato. Una scelta non solo contraria alle indicazioni fornite da illustri magistrati come il procuratore Antimafia Roberti, ma che non incide assolutamente sulla volontà, ribadita da più parti, di colpire il traffico di stupefacenti in mano alle mafie”.

Come volevasi dimostrare. Il Partito Democratico ci ha ormai abituato a roboanti proclami di "cambiamento" che poi…

Posted by Fabiana Dadone on Thursday, July 27, 2017

 

 

 

 

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