Coronavirus Italia, Galli: “Non ci aspettiamo una grande seconda ondata”

L’infettivologo: “Dopo la de-covidizzazione degli ospedali, bisogna far tornare le persone a curarsi”

pubblicato 24 Settembre 2020 aggiornato 25 Settembre 2020 16:42

L’Italia sta meglio di diversi vicini europei e, se ognuno fa il suo dovere, continuerà a essere così. Questo in estrema sintesi il messaggio del professor Massimo Galli, infettivologo dell’ospedale Sacco di Milano, in prima linea nella lotta al Covid-19: “La grande seconda ondata non ce l’aspettiamo. Un rapido peggioramento che ci ponga in condizioni simili a Francia, Spagna, Gran Bretagna dubito, ma credo che sia un’eventualità da contenere. È necessario capire cosa succede nelle prossime 2 o 3 settimane”.

Intervenuto a un convegno sulla povertà sanitaria e farmaceutica minorile prima e dopo l’emergenza Coronavirus – promosso da Città di Milano, Fondazione Francesca Rava N.P.H. Italia Onlus, con Federfarma Lombardia – Galli ha detto: “Quello che è successo dopo il ritorno dalle vacanze lo abbiamo visto e abbastanza capito. Non una cosa bellissima: abbiamo avuto anche un po’ di pazienti che per età presumiamo siano stati infettati da vacanzieri di ritorno, ma non è andata così male come si poteva prevedere. Ora abbiamo però un punto dato dalla ripresa generale che merita attenzione”.

Seconda ondata in Europa? In Italia lockdown più drastico

Sulla differenza dell’evolvere dell’epidemia in Europa, il professor Galli ha ammesso: “Siamo stupiti delle differenze con altri Paesi che ci stanno attorno. Sbilanciandomi ritengo che questa possa essere una situazione figlia del grande sacrificio rappresentato dal lockdown, applicato qui in maniera più drastica di quanto fatto altrove. Lockdown che ha consentito non solo una riduzione marcata dell’infezione diffusa nel Paese. Ha bloccato l’ulteriore diffusione nella aree colpite, ma ha tenuto in qualche modo Covid-free o quasi altre aree del Paese meno coinvolte. Questo evento può essere stato importante. Se dovessi dare una prima ipotesi, credo sia chiaro”.

“Discoteche pessimo segnale”

Di contro, questa estate secondo l’infettivologo si è rischiato grosso: “Questa nostra frizzante estate ha visto molte persone ritenere la partita chiusa con il discorso Covid e ha visto una serie di infezioni legate a momenti di movida diffusa”. Sulle discoteche poi “un segnale pessimo e un segnale di un notevole mancato coordinamento fra le autorità dello Stato. Su questioni di questo genere dal centro dovevano dare meno gradi di libertà e dalla periferia dovevano tenere duro sul no”.

E ora più che mai non si deve abbassare la guardia perché “pur avendo una condizione infinitamente migliore rispetto ai Paesi attorno e rispetto a marzo-aprile, qualche malato in più in ospedale ce lo abbiamo, qualche problema in più nelle terapie intensive negli ospedali hub cominciamo ad averlo, qualche necessità di approntare risorse mettendo le mani avanti anche” anche se questo non significa, precisa l’esperto, che ci si aspetta una grande seconda ondata.

In Gran Bretagna picco record di contagi

I dati di oggi del Ministero della Salute segnano in Italia +1.786 nuovi positivi e 23 decessi nelle ultime 24 ore, gli attualmente positivi sono 46.780. E a proposito di confronti, in Gran Bretagna oggi si è raggiunto il picco record di contagi da inizio pandemia: 6.634 quelli registrati nelle ultime 24 ore, +500 in un giorno.

“Tornare a curarsi”

Il professore Massimo Galli in conclusione ha ricordato che “uno dei grandi problemi figli del Coronavirus è stato proprio questo: il rallentamento e il rinvio di molte procedure sanitarie su patologie correnti. Un rinvio che è stato in parte strutturale, ma in parte legato a paura e riluttanza diffusa. Significa che dopo la decovidizzazione degli ospedali, bisogna far tornare le persone a curarsi”.

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