‘Ndrangheta, arresti in tutta Italia nella maxi operazione “Basso Profilo”

Al via nel corso della notte di giovedì 21 gennaio la maxi operazione che ha portato all’arresto di 50 persone, tra gli indagati anche Cesa

21 Gennaio 2021 15:27

È di portata nazionale l’operazione contro la ‘ndrangheta “Basso Profilo”, coordinata dalla Procura di Catanzaro e che ha visto impegnati duecento donne e uomini della Direzione Investigativa Antimafia e centosettanta unità tra Polizia di Stato, Arma dei Carabinieri e Guardia di Finanza. Al centro dell’inchiesta le cosche Aracri e Grande Aracri di Cutro, Arena di Capo Rizzuto e Bonaventura di Crotone, ma anche imprenditori ed esponenti della pubblica amministrazione. Il provvedimento emesso dal GIP del tribunale di Catanzaro su richiesta del Procuratore Capo Nicola Gratteri ha disposto cinquanta gli arresti, di cui 13 in regime di custodia cautelare in carcere e 35 ai domiciliari, oltre a sequestri per più di cento milioni di euro. Accertati nelle indagini anche movimenti illeciti di denaro per trecento milioni di euro.

In una nota pubblicata dalla DDA si legge che

le intercettazioni telefoniche e ambientali, nel numero complessivo di ben 266.500 dialoghi ascoltati e trascritti, sostenuti da contestuali indagini bancarie e accertamenti patrimoniali nel numero di 1800 conti correnti esaminati e nr. 388.000 operazioni bancarie ricostruite, per un giro d’affari di circa €. 250.000.000 hanno confermato la mole di dati riferiti dai collaboratori di giustizia e hanno permesso di confermare l’esistenza di un insieme di “locali” e “’ndrine” distaccate e operanti nelle diverse Province calabresi nei territori di riferimento che corrispondono a Cirò Marina, Cutro, San Leonardo di Cutro, Isola di Capo Rizzuto, Roccabernarda, Mesoraca, Botricello, Sellia, Cropani, Catanzaro e Roccelletta di Borgia.

Molti i reati contestati, tra cui associazione di tipo mafioso, scambio elettorale politico mafioso e traffico di influenze illecite.

Tra gli indagati c’è anche il segretario dell’Udc (Unione di Centro) Lorenzo Cesa, che ha annunciato le dimissioni dal suo incarico e l’estraneità ai fatti. L’eurodeputato ha dichiarato di avere ricevuto un avviso di garanzia in merito a fatti risalenti al 2017. La sua abitazione romana è stata perquisita questa mattina.

«Mi ritengo totalmente estraneo, chiederò attraverso i miei legali di essere ascoltato quanto prima dalla procura competente. Come sempre ho piena e totale fiducia nell’operato della magistratura. E data la particolare fase in cui vive il nostro Paese rassegno le mie dimissioni da segretario nazionale come effetto immediato», ha commentato Cesa.

Tra gli indagati finiti agli arresti domiciliari c’è anche l’assessore al Bilancio della Regione Calabria e segretario regionale dell’Udc Francesco Talarico, che in passato ha ricoperto anche le carica di presidente del Consiglio regionale della Calabria, di consigliere provinciale di Catanzaro e di consigliere regionale.

«Nel prosieguo delle indagini – si legge nella nota della DDA – è stato possibile appurare come la consorteria ‘ndranghetista […] abbia manifestato la propria ingerenza anche in occasione delle Elezioni Politiche del marzo 2018, per il rinnovo della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica, nel corso delle quali ha stipulato un “patto di scambio” con il candidato TALARICO Francesco, consistente nella promessa di “entrature” per l’ottenimento di appalti per la fornitura di prodotti antinfortunistici erogati dalla sua impresa e banditi da enti pubblici economici e società in house, attraverso la mediazione dell’europarlamentare CESA Lorenzo in cambio della promessa di un “pacchetto” di voti».

Qui la diretta della conferenza stampa del procuratore Nicola Gratteri.

Criminalità organizzata