06blog 6tu: Passeggiata in bicicletta lungo il percorso poco ciclabile nel Parco Aniene
Questo spazio dedicato alle vostre esperienze, opinioni e news, oggi si concede una Passeggiata in bicicletta lungo il percorso poco ciclabile nel Parco Aniene, con Luca Messina e il supporto delle foto scattate il 5 luglio 2013.
Partenza dal quartiere Colli Aniene. Prendiamo il tratto della ciclabile sulla Palmiro Togliatti verso la metro e proviamo a scendere a Ponte Mammolo, sulla destra prima del Ponte Tazio: primo incredibile ostacolo.
Costruito chissà quando lo scivolo (FOTO 1), sembra accennato un sentiero sterrato verso il ponte (FOTO 2), ma con grande sorpresa un manufatto alto circa 1 metro e mezzo impedisce il passaggio in bici, operazione possibile solo alzando di peso il proprio mezzo grazie all’aiuto della scaletta (FOTO 3). Proviamo a continuare sul percorso sterrato e ci troviamo di fronte a quello che credo sia un abuso a tutti gli effetti (FOTO 4 E 5).
La pseudo ciclabile che dovrebbe collegare la Palmiro Togliatti congiungendosi a Casal De’ Pazzi con il Parco urbano di Aguzzano è bloccata all’altezza di Via di Ponte Mammolo da un cancello, che non sembra essere opera del Comune (ma non giurerei a riguardo…). Il problema è che il luogo è preso in possesso da zingari ed extracomunitari, ma soprattutto da una numerosissima comunità ucraina che ha il suo punto di ritrovo proprio a Via di Ponte Mammolo. Inoltre in case fatiscenti sembra abitare un’altra piccola comunità araba di religione cristiana: insomma, un bel crocevia di razze e popoli, ma segregato ben bene da cancellate e new jersey nella probabile paura di favorire l’accesso rapido a pedoni e ciclisti verso l’incrocio tra Tiburtina e Via Casal De’ Pazzi.
Proseguiamo il percorso verso il Parco Urbano di Aguzzano e la Riserva Naturale Valle dell’Aniene (troverete numerosi percorsi sul sito Wikiloc). Si alternano situazioni imbarazzanti di abbandono e degrado ai confini del parco (FOTO 6), ma al suo interno la situazione è buona, nonostante un minimo di manutenzione non farebbe male (FOTO 7).
Proseguiamo su un tratto semi-abbandonato, che è quello prospiciente la Zecca dello Stato di Viale Gottardo. Bisogna scendere dalla bici, dato che ormai il percorso è invaso dalla sterpaglia (FOTO 8), ma la vista inusuale del Ponte Nomentano ripaga la fatica (FOTO 9). Da notare l’encomiabile azione di alcuni cittadini che hanno aperto un cancello chiuso da anni, che impediva l’accesso a questa zona del parco: il volantino all’ingresso vale più di mille parole (FOTO 10-11).
Percorriamo ora la ciclabile ben sistemata sulla riva sinistra dell’Aniene (c’è anche un altro percorso sulla riva destra, molto più “agreste”, rintracciabile sempre su Wikiloc). Arriviamo alle noti dolenti: i sottopassi di Via Salaria (FOTO 12-13-14-15). Per chi volesse continuare su Via di Torre Salaria si ritroverebbe a fare lo slalom tra preservativi usati e fazzoletti di carta (la zona è tristemente nota), e anche se la torre è stata recentemente restaurata con notevole parco circostante (FOTO 17), la situazione precipita nuovamente una cinquantina di metri oltre (FOTO 16). Il deposito di rifiuti sembra esser messo apposta per non far proseguire oltre chi volesse avventurarsi.
Probabilmente l’idea originaria era quella di continuare la ciclabile esistente verso la zona della confluenza dell’Aniene nel fiume Tevere (FOTO 18-19). Dopodichè il percorso piegherebbe verso nord accerchiando l’aeroporto dell’Urbe (FOTO 20) fino a Fidene. In realtà gran parte di questo percorso è già esistente (asfaltato) su vecchie viabilità ormai abbandonate, il cui recupero comporterebbe uno sforzo minimo da parte dell’amministrazione comunale, che potrebbe sfruttare queste piccole opportunità esistenti per soddisfare le esigenze dei cittadini.
Da non tralasciare un possibile recupero delle aree archeologiche presenti nel parco. Ne sono un esempio la villa romana (FOTO 21) e la banchina fluviale romana sulle rive dell’Aniene (FOTO 22 e 23), totalmente abbandonate e destinate a sparire tra la vegetazione.
E’ chiaro che in questo periodo diventa difficile trovare soldi da investire su nuova viabilità ciclabile, ma un recupero e la tutela dell’esistente è doveroso e soprattutto impiegherebbe risorse minime. Quello che è sempre mancato a Roma è una visione d’insieme nella programmazione della mobilità su due ruote: cominciamo a raccordare i vari “monconi” di percorsi esistenti e a renderli funzionali alla mobilità su gomma e ferro (rastrelliere in corrispondenza di fermate autobus, stazioni metro o RFI, nolo bici a costi minimi per i lavoratori nel comune di Roma) e probabilmente i costi degli interventi verranno coperti in breve termine dai benefici a favore dei cittadini e della nostra città.
Salutando e ringraziando Luca Messina per aver condiviso il suo sguardo sulla città con noi, ricordo che questo spazio continuerà ad accogliere le vostre opinioni, segnalazioni, ed esperienze romane, inviate a [email protected] con oggetto 06blog 6tu.