I migliori murales di Milano (foto)
Soprattutto tra quelli più recenti, visto che le politiche dissennate delle scorse amministrazioni ci hanno privato di alcuni veri e propri capolavori.
Difficile parlare di migliori murales, quando per la loro caratteristica di stare sui muri e di essere in buona parte illegali vengono spesso e volentieri cancellati. O forse venivano cancellati, dal momento che ormai la street art (almeno quella figurativa) è passata dalle strade alle gallerie d’arte e addirittura uno come Bros è stato assoldato per l’Expo (e infatti molti di quelli che vedrete non sono illegali, bensì commissionati). In particolare, in questo post, parleremo di murales, quindi di veri e proprio affreschi che spesso e volentieri vogliono rappresentare qualcosa di politico o comunque concettuale. Magari in un secondo momento ci occuperemo di quelli che un tempo venivano chiamati “graffiti”, i dipinti fatti utilizzando il lettering che hanno nelle tag la loro forma deteriore e in alcuni stupendi lavori la loro forma più nobile.
I migliori murales di Milano (foto)
Come detto, ci sarà modo di mostrare i pezzi fatti utilizzando le lettere (e non solo) in un secondo momento, perché in questo caso vale la pena di occuparsi dei lavori di Blu, di Millo e di altri. Che colorano palazzi, centri sociali e ponti. Senza mai dimenticare uno dei lavori più importanti che mai si videro a Milano, in memoria di Carlo Giuliani, che una dissennata politica portata avanti dall’ex vicesindaco De Corato volle cancellare, sostituendo a un’enorme murales un muro scrostato com’è oggi.

No Justice No Peace forse non era un concetto che una giunta di centrodestra vuole vedere campeggiare per la città lunga 20 metri, e però forse il valore artistico indiscutibile che quest’opera aveva avrebbe potuto consigliare scelte più sagge. Pazienza. Di valore politico e artistico indiscutibile è anche il bellissimo murales di Blu che affresca il centro sociale Conchetta. Forse in foto non rende molto, vale la pena di vederlo da vicino e di perdersi in queste centinaia di omini interconnessi tra loro.

Finiamo la parte politica inserendo anche il murales di Niguarda che celebra la tradizione antifascista del quartiere.

E ovviamente non può mancare uno dei più classici, storici e comunque affascinanti murales di Milano, quello del Leoncavallo.

Andiamo oltre, questo è stato appena realizzato da Millo per l’inaugurazione del giardino delle culture di via Morosini, un’area di 1.250 metri quadrati che da frammento urbano dismesso e degradato – privo di funzionalità per il quartiere e abbandonato da molti anni – è tornata ad essere uno spazio pubblico destinato ad attività culturali e ricreative.

Per la serie “un murales buonista”, invece, non si può non segnalare quello dipinto l’anno scorso alla Fabbrica del Vapore in memoria di Nelson Mandela.

Per chiudere, un tocco decisamente pop, opera di Pao e con protagonista il suo celebre pinguino. Questo è sui navigli.
