I narcotrafficanti controllano il 30% del territorio messicano
Ecco un’immagine che ben spiega la divisione del territorio messicano da parte dei narcotrafficanti: la situazione è sempre più drammatica e, al momento, non si vede una fine. Gli esperti hanno stimato che i narcotrafficanti controllano il 30% dell’intero territorio messicano, ma hanno molta influenza anche nell’altro 70%. Come vedete sono poche le zone in
Ecco un’immagine che ben spiega la divisione del territorio messicano da parte dei narcotrafficanti: la situazione è sempre più drammatica e, al momento, non si vede una fine.
Gli esperti hanno stimato che i narcotrafficanti controllano il 30% dell’intero territorio messicano, ma hanno molta influenza anche nell’altro 70%.
Come vedete sono poche le zone in cui opera un solo Cartello: una piccola area al confine col Guatemala è controllata dai Los Zetas – è di pochi giorni fa la notizia di un’infiltrazione degli Zetas nell’antidroga di questo Stato – mentre il Cartello di Sinaloa opera da solo nella parte sud del Paese.
La parte centrale del Messico, quella cerchiata da una linea tratteggiata, è contesa da tutti i narcotrafficanti presenti sul territorio.
Poco a nord c’è quella zona di fuoco in cui il Cartello del Golfo, i Los Zetas e i Beltran Leyva si stanno facendo la guerra.
Ad ovest del Paese, dove fino a poco tempo fa regnava il cartello di Sinaloa, si sono infiltrati i Los Zetas e gli scontri sono aumentati esponenzialmente.
Di fronte a questi dati sono in molti a ritenere che il Messico sia ormai uno Stato fallito, un disastro per quanto riguarda la sicurezza, l’economia, il turismo, l’occupazione e le prossime elezioni sono seriamente a rischio.
Il presidente Felipe Calderón, eletto nel 2006, ha notevolmente aumentato i militari impegnati sul territorio, ma questo intervento è servito a poco.
I cartelli della droga sono molto più potenti e i massacri di questi ultimi tre anni – oltre 22mila vittime – non sono che un assaggio di ciò che verrà in futuro.