18.20 – La persona fermata oggi in relazione alla morte di Nadia Arcudi è un cittadino svizzero di 42 anni, marito di sua sorella. Gli inquirenti sono arrivati a lui grazie ai tabulati telefonici che lo localizzavano in Italia la sera in cui è avvenuta la tragedia.
La donna, secondo quanto ricostruito, sarebbe stata uccisa in casa e trasportata nel luogo in cui è avvenuto il ritrovamento, a circa 5 chilometri di distanza.
L’uomo, di cui non è stata diffusa l’identità, è accusato di omicidio volontario e occultamento di cadavere.
12.00 – Una persona di cui non è stata ancora resa nota l’identità è stata fermata nella notte in relazione alla morte di Nadia Arcudi, la maestra di 35 anni trovata cadavere domenica nei boschi di Rodero, in provincia di Como.
Il fermo è scattato stanotte nei pressi della dogana di Gaggiolo, a pochi chilometri dal luogo del ritrovamento del cadavere.
Le circostanze del decesso non sono ancora state accertate. L’esame autoptico che si è svolto lunedì ha confermato che ad uccidere la donna sia stato un edema polmonare, ma al momento non è chiaro cosa l’abbia provocato. Saranno necessari circa due mesi per i risultati degli ulteriori esami ordinati dal sostituto procuratore di Como Massimo Astori.
Quello che è certo, al momento, è che Nadia Arcudi, fidanzata da pochi mesi, quella sera ha lasciato l’automobile davanti alla propria abitazione e si è allontanata insieme a qualcuno, non è chiaro se a piedi o a bordo del mezzo di un’altra persona. Nell’area in cui è stato scoperto il cadavere non sono stati rinvenuti alcuni degli effetti personali della giovane, dal suo telefono cellulare alla sua borsa, passando per le scarpe e la giacca che indossava quella sera.
Maggiori dettagli sul fermo eseguito questa notte saranno diffusi nelle prossime ore.