Sono 12 gli arresti per estorsione eseguiti oggi dopo che otto imprenditori di Corleone hanno denunciato il racket del pizzo a cui erano sottoposti. Le manette sono scattate per le accuse mosse a vario titolo di associazione di tipo mafioso e dei delitti di estorsione e danneggiamento.
A Corleone, paese Natale di Totò Riina e del defunto Bernardo Provenzano – mezzo secolo e oltre di storia di Cosa nostra – il coraggio degli imprenditori sfida i nuovi capi mafiosi. Anche il nipote del basso deceduto a luglio scorso è tra gli arrestati. Per altri due soggetti è stata invece disposta la misura della libertà vigilata per due anni perché stavano organizzando di commissionare un omicidio secondo gli inquirenti.
Indagini e blitz odierno sono opera dei carabinieri del Nucleo Investigativo del Gruppo di Monreale e dalla Compagnia Carabinieri di Corleone. Tra gli arrestati ci sarebbero elementi di spicco del mandamento mafioso di Corleone e dei clan dominanti a Chiusa Sclafani e Palazzo Adriano (Palermo).