Attentati a Mumbay, ne parla “Passi nel Deserto”
di don Paolo Padrini Il dramma dell’India, messo a ferro e fuoco da una serie di attentati terroristici concatenati, è davanti agli occhi di tutti.In queste ore si susseguono lanci di agenzia che parlano di morti, persone ostaggio dei terroristi, continue esplosioni.Tutti atti, quelli compiuti a Mumbay (ex Bombay) che non hanno compito luoghi di
Il dramma dell'India, messo a ferro e fuoco da una serie di attentati terroristici concatenati, è davanti agli occhi di tutti.
In queste ore si susseguono lanci di agenzia che parlano di morti, persone ostaggio dei terroristi, continue esplosioni.
Tutti atti, quelli compiuti a Mumbay (ex Bombay) che non hanno compito luoghi di interesse strategico militare o politico, ma luoghi di svago, di vita quotidiana.
Ed attentati, a quanto risulta, che cercavano di colpire cittadini di nazionalità inglese e americana. Attentati mirati, selezionati.
La strategia terroristica è cambiata? Si sta – meglio sarebbe dire – ritornando a colpire la gente comune nei luoghi comuni?
Io non sono un analista internazionale, ma credo che si possa rispondere di sì.
Gli atti terroristici di oggi hanno infatti ricominciato a colpire stranieri in località turistiche, cercando di creare nella popolazione specialmente americana e britannica, un nuovo clima di terrore.
Non è più solo il mondo della politica e della finanza ad essere colpito (così come era stato l'11 settembre) ma quello del divertimento, del relax; quello dei bambini con i genitori e dei manager a lavoro all'estero.
Quello, infondo, della vita quotidiana.
E quando si arriva a colpire, attraverso il terrore delle armi, l'uomo nei suoi momenti di serenità, si arriva davvero a minare non solo il "corpo umano" quanto piuttosto la sua dimensione psicologica; si violenta non solo una persona, ma si violenta soprattutto la sua vita, ogni suo istante.